Sistema endocannabinoide
Che cos’è il sistema endocannabinoide?

Il sistema endocannabinoide è un regolatore omeostatico chiave del corpo, che svolge un ruolo in quasi tutti i sistemi fisiologici. Per un lungo periodo di tempo è stato trascurato come possibile obiettivo terapeutico, in particolare perché non si sapeva molto delle implicazioni sulla malattia sistematica. Tuttavia, con gli incredibili successi avuti con l’uso della cannabis terapeutica e dei prodotti a base di canapa, in particolare del cannabidiolo (CBD) e dell’acido cannabidiolico (CBDA), molti scienziati stanno spostando la loro attenzione sul sistema endocannabinoide.

Prove più evidenti stanno venendo alla luce, sostenendo la teoria della carenza endocannabinoide clinica sostenuta dal dott.Ethan Russo, in particolare per le malattie come l’emicrania, la fibromialgia e la sindrome dell’intestino irritabile. Dato l’alto numero di malattie che hanno mostrato anomalie nel sistema endocannabinoide come l’epilessia, il cancro e una vasta gamma di malattie neurodegenerative, questa è un’area che sarà senza dubbio esplorata ulteriormente in futuro.

Oltre ai composti derivati ​​dalla cannabis, recentemente è emerso che un’ampia gamma di composti naturali interagiscono con il sistema. Ciononostante, il CBD e il CBDA sono ancora considerati i composti chiave (o quelli che hanno dimostrato la maggiore efficacia fino ad oggi) e l’evidenza del loro valore terapeutico cresce ogni giorno. La ricerca sul CBD e il CBDA sta crescendo rapidamente, ed è stato rivelato un vasto numero di obiettivi farmacologici. Il preciso meccanismo d’azione per entrambi questi composti rimane ancora un mistero, ma le loro caratteristiche farmacologiche forniscono indizi interessanti sul loro funzionamento.

Cannabidiolo: come funziona?

L’azione farmacologica del CBD è molto interessante, in quanto ha un’azione molto limitata sui recettori CB1 e CB2. Tuttavia è in grado di bloccare le azioni dei composti che attivano questi recettori, come il THC. Questa proprietà del CBD è molto importante, in quanto può sopprimere quella psicoattiva del THC. Questo può risultare utile per coloro che usano il THC per il trattamento di condizioni come dolore e spasticità. Ridurre la psicoattività ridurrebbe gli “effetti collaterali” del THC e della cannabis terapeutica, e questo equilibrio può essere controllato somministrando il CBD insieme al THC.

L’enzima amide idrolasi degli acidi grassi (FAAH) è l’enzima responsabile della degradazione intracellulare dell’anandamide, e il CBD ha dimostrato di inibire questo enzima. In questo modo il CBD ripristina i livelli di anandamide (bloccando la sua rottura), ripristinando così la carenza endocannabinoide clinica osservata in molte malattie. Uno studio clinico eseguito con il CBD sulla schizofrenia ha dimostrato che questo composto ha causato un aumento significativo dei livelli sierici di anandamide, e si è pensato che questa fosse la causa dell’evidente miglioramento clinico.

 

Il cbd mostra affinità con i recettori non endocannabinoidi

Il CBD è un composto enantiomerico, e l’enantiomero (-) è risultato significativamente più potente dell’enantiomero (+) nell’inibizione della FAAH. Al contrario, l’enantiomero (+) ha mostrato più affinità per i recettori CB1 e CB2 rispetto all’enantiomero (-). Per questo motivo il (+) – CBD probabilmente servirà meglio se in combinazione con il THC, mentre (-) – CBD potrebbe essere sfruttato per trattare la carenza di endocannabinoidi. Gli studi hanno rivelato che il CBD ha affinità con alcuni Transient receptor potential channels (TRP channels), il che amplia la portata delle malattie che il CBD può guarire. Il CBD ha dimostrato di desensibilizzare (smorzare l’attività del recettore) i canali TRPV1, TRPV2, TRPV3, TRPV4 e TRPA1.

Questi recettori sono altamente attivi negli stati di dolore in una vasta gamma di malattie. Il CBD ha anche dimostrato di essere un antagonista del recettore TRPM8, che è un altro interessante bersaglio recettore per il trattamento del dolore – in particolare l’allodinia. Al di fuori del sistema endocannabinoide, il CBD si rivolge anche ai recettori di segnalazione neurale chiave come il 5-HT1a e il 5-HT3a. Sebbene non si sappia molto sulle implicazioni di questi recettori nella malattia, si ritiene che siano fortemente implicati in malattie come l’epilessia e in numerosi disturbi ansiosi.

Acido cannabidiolico (cbda): il precursore con un ruolo importante.

Il CBDA è il precursore acido del CBD. La conversione avviene convenzionalmente da una reazione attivata dal calore, che porta alla rimozione del gruppo carbossile dal CBD. Poiché l’interazione del CBDA con il sistema endocannabinoide è piuttosto limitata, è spesso trascurato come composto terapeutico. Tuttavia, ha una serie di interessanti recettori bersaglio che sono molto importanti per un certo numero di malattie. Proprio come il CBD, il CBDA desensibilizza i recettori TRPV1, TRPV3, TRPV4 e TRPA1.

Ciò suggerisce che potrebbe avere proprietà promettenti per il trattamento degli stati del dolore che derivano da una serie di malattie e che spesso stimolano l’attività in questi recettori. Il CBDA ha poca affinità con gli altri recettori del sistema endocannabinoide, ma inibisce i mediatori dell’infiammazione chiave come il COX-1 e COX-2. In particolare, è di una certa importanza la sua azione sul COX-1, in quanto recenti ricerche hanno suggerito che questo enzima può essere un obiettivo promettente per ridurre le convulsioni.

Il COX-2 invece è un enzima responsabile di una vasta gamma di processi infiammatori nel corpo, e l’inibizione di questo enzima può aiutare a trattare i sintomi di numerosissime malattie, dato che l’infiammazione è una costante comune nella maggior parte dei disturbi. Inibendo questi enzimi, potrebbe essere in grado di avere le stesse azioni di altri farmaci con meccanismo simile di azione, quali ad esempio l’acido acetilsalicilico (Aspirina), il naprossene, l’ibuprofene e la tolmetina.

Molecole di azione sinergica

Molte testimonianze hanno dimostrato che il CBD e il CBDA funzionano meglio se in combinazione, specialmente per malattie come l’epilessia. Sono necessarie azioni combinatorie di questi composti, perché le malattie sono spesso causate dalla errata regolazione di più sistemi fisiologici nel corpo. Gli scienziati che studiano la fisiopatologia di queste malattie possono imparare da questi risultati, chiarendo ulteriormente i meccanismi della malattia. Il CBD e il CBDA hanno incredibili proprietà terapeutiche, in particolare perché completano l’attività l’uno dell’altro.

Dati molto recenti hanno rivelato che gli acidi cannabinoidi (come il CBDA) possono aiutare l’assorbimento e il metabolismo del CBD o di altri fitocannabinoidi. Inoltre, la somministrazione di CBDA con il CBD diminuisce la quantità di CBD necessaria per raggiungere lo stesso livello di efficacia.

Fonte: https://www.endoca.com/it/tutto-sul-cbd/cosa-e-il-sistema-endocannabinoide

Mysa è un soffice tappetino rivestito di speciali punte che, sfruttando le innumerevoli proprietà terapeutiche dell’agopressione cutanea e della reflessologia, ti può aiutare ad alleviare: stress, tensioni muscolari a collo, spalle e schiena, problemi del sonno, problemi circolatori, spossatezza, mancanza di energia, tensioni nella zona cervicale e lombare…Molti si sdraiano per qualche minuto sul tappetino chiodato Mysa semplicemente per regalarsi piacevolissimi attimi di relax, per sciogliere tensioni mentali e fisiche, e per dedicarsi per un po’ solo a se’ stessi…

Secondo i dettami dell’ Agopressione Cutanea, le punte di materiale rigorosamente atossico ed anallergico, a contatto della schiena nuda, già dopo pochi minuti stimolerebbero il sistema nervoso ( agiscono quindi come stimolatori con azione propriocettiva, ovvero stimolante del sistema neuro-motorio) inviando impulsi a livello spinale, fino al cervello, attivando la produzione di endorfina e di ossitocina.

Le endorfine sono chiamate anche “l’ormone della felicità”, in quanto bloccano gli impulsi del dolore producendo un senso di benessere. (diminuzione di dolori muscolari, al collo, cervicale ed alle articolazioni)
L’ossitocina è invece ” l’ormone dell’amore e della serenità”, in quanto regala un diffuso senso di tranquillità, nonché leggera sonnolenza ( contro stress, spossatezza e problemi nell’ addormentarsi)

Altri effetti da molti riscontrati sono lo e stimolo della circolazione sanguigna e linfatica, con relativo maggiore rifornimento di ossigeno ai muscoli ed agli organi. (problemi circolatori, cellulite, etc.).

MYSA SEMPRE CON TE
SE STAI CON MYSA, STAI BENE!

 

Cosa accade quando ci si sdraia sul tappetino Mysa

15 minuti: L’effetto di ago-pressione cutanea delle punte sul corpo stimola il rilascio di ossitocina ed endorfina.

20 – 30 minuti: I livelli di stress nel corpo diminuiscono, il sonno viene conciliato, si sciolgono le tensioni di mente e corpo, inoltre migliora la circolazione sanguigna ed il sistema linfatico.

Oltre i 45 minuti: Effetto Analgesico: A questo punto si potrebbero iniziare a riscontrare benefici di tipo analgesico, tipici dell’acupressione. Molti avvertono già un sollievo dal dolore, il metabolismo aumenta, e già le infiammazioni potrebbero iniziare a diminuire.

Un successo semplicemente impressionante tra gli utilizzatori, solo ora si tenta di spiegare scientificamente.

Cerchiamo ora di spiegare cosa c’è dietro agli effetti benefici che migliaia di appassionati hanno riscontrato nell’utilizzo dei nostri materassini e cuscini Mysa.

Tutto e’ iniziato circa sei anni fa’, dalla “riscoperta” del tappetino per agopressione come era stato concepito decenni addietro dal Russo Ivan Kuznetzov, seguito dalla creazione di una versione “Svedese”, con nuovi materiali e nuovo design delle punte.

Ed ecco poi l’evoluzione finale, con i nuovi Tappetini chiodati Mysa, che ne ha ottimizzato i benefici tramite un esclusivo design delle punte, una scelta oculata dei materiali, nuove forme, e l’abbinamento con altre terapie naturali, per dinamizzarne i benefici, rispetto agli altri modelli ormai “fermi” alla versione del 2006.

Risultato: un successo ancora più strepitoso, che ha stimolato un enorme interesse da parte degli operatori del settore, dai medici agli esperti in terapie naturali. Diverse scuole e cliniche stanno finalmente cercando di dare una spiegazione di carattere medico / scientifico al fenomeno mondiale “Spikemat”. Dopo spiegazioni che vanno dal placebo, ad un potente “Gate Effect”, allo stimolo dei meridiani, fino ai benefici tipici della Reflessologia, ora alcune cliniche, Università autorevoli ed Importanti ricercatori ne stanno cercando di capire le cause, ed in questo periodo stanno finalmente uscendo i primi studi indipendenti e test universitari.

Bisogna comunque premettere che chi è esperto di Riflessologia, Digitopressione, Agopuntura, Agopressione, o di tutte le altre terapie alternative simili a queste, non appena vede un articolo Mysa, dimostra spesso di capirne i benefici, e poterne comprendere le potenzialità, in modo immediato, e quasi “ovvio”, nella sua semplicità

 

Per maggiori informazioni visita anche la pagina APPARATO ARTICOLARE o QUI

 

Il sintomo più comune di infiammazione articolare è il dolore. Nella maggior parte dei casi, la causa del dolore che proviene dall’interno di più articolazioni è l’artrite.

Le terapie della medicina convenzionale comprendono la soppressione dell’infiammazione con anti-infiammatori e antidolorifici e come ultima risorsa, la chirurgia. Questo approccio provoca seri problemi e complicanze. I farmaci tipo il cortisone deprimono il sistema immunitario le cui conseguenze sono probabili malattie da malfunzionamento immunitario e infezioni, accanto ad un mucchio di altri effetti collaterali che vanno da alterazioni mentali, ulcere, facies lunare (volto a luna piena) e atrofia muscolare. I farmaci non steroidei d’altra parte causano anch’essi ulcere, problemi renali, enteriti ed in effetti contribuiscono alla distruzione dei giunti impedendo la sintesi della cartilagine.

Le enteriti, che possono colpire circa il 70% delle persone che prendono questi farmaci per almeno due settimane, provocano diarrea e dolori addominali che possono portare a malattie autoimmuni e allergie. Alcuni trattamenti sono peggiori della malattia stessa.

Alcuni fatti interessanti…
” L’artrite nel mondo occidentale è la prima causa di mobilità limitata
” Con l’avanzare di alcune forme di artrite, vengono prescritti farmaci sempre più potenti che possono avere seri effetti collaterali.
” Le iniezioni di cortisone usate nel trattamento dell’artrite reumatoide possono provocare deformità dovute alla fragilità ossea.
” Gli attuali tradizionali trattamenti di lungo termine sono tossici e hanno molti effetti secondari, non ultimo quello di impedire la rigenerazione di nuova cartilagine sana.

Nella rivista scientifica “Science News”, numero di ottobre 1977, è stato pubblicato un articolo intitolato: ” Le eccessive prescrizioni mediche di farmaci anti-infiammatori”. In esso si dichiarava:
“….nel 42% dei casi i farmaci non erano necessari ….gli anti-infiammatori non steroidei aumentano il rischio di emorragie intestinali e perforazione del rivestimento dello stomaco. Essi provocano ogni anno negli USA e Canada circa 80.000 ricoveri ospedalieri e circa 8.000 morti. Le persone anziane sono le più esposte al rischio di morte dovuto a questi farmaci.”

Molti sono i rimedi proposti dalla medicina naturale. Il primo passo per un approccio benefico all’artrite è quello di ripristinare il corretto funzionamento del sistema immunitario.

Gli antiossidanti proteggono le articolazioni dal deterioramento. Le vitamine C ed E, il betacarotene il tè verde, ma in particolare gli estratti dei semi della vite (proantocianidine) sembrano essere utili a questo scopo. E’ stato scoperto che alti dosaggi di antiossidanti, in particolare la vitamina C, possono ridurre il rischio di perdita di cartilagine e il peggioramento della malattia in persone con osteoartrite.

Da molto tempo si conoscono le proprietà degli acidi grassi essenziali, (omega-3 e omega-6) nel trattamento dell’artrite. Gli oli omega-3 e omega-6 li possiamo trovare nei pesci e in alcune piante (olio di semi di lino, di enagra e di borragine). In teoria però, questi acidi grassi essenziali possono generare problemi perché si ritiene possano favorire la formazione di radicali liberi nell’organismo, con conseguenti pericoli di malattie cardiache e circolatorie. Quindi è consigliato assumere assieme agli acidi grassi anche sostanze antiossidanti.

Ma la scoperta più recente e per certi versi rivoluzionaria è quella relativa ad una sostanza naturale che possiamo trovare in microscopiche quantità anche nei cibi di ogni giorno: formaggi, cioccolato, burro. Il cetilmiristoleato,CMO, questo il suo nome, è un estere degli acidi grassi di bovino che sta dimostrando notevoli proprietà come immunomodulatore. La sua efficacia è stata clinicamente provata non solo per il trattamento dell’artrite ma anche per molte altre malattie di origine autoimmune (vedi libro del dott. Sands: Finalmente Sconfitta l’Artrite).

Il CMO™ nella sua formulazione autentica elaborata dal Dr. Sands viene prodotto esclusivamente negli USA e distribuito in forma di capsule da assumere per via orale.
Qualsiasi prodotto che dichiari di contenere “autentico/originale” CMO, cetilmiristoelato, cerasomal-cis-9-cetylmyristoelate, o simili, ma che sia prodotto al di fuori degli Stati Uniti, NON contiene il CMO autentico, quindi potenzialmente inefficace.

Il CMO™ è ottenuto utilizzando una complessa tecnologia che necessita di particolari e sofisticati impianti di produzione al momento non disponibili al di fuori degli Stati Uniti.
Il CMO è particolarmente efficace quando preso assieme alla glucosamina e condroitina solfato e al sea cucumber o cucumaria, un animaletto marino, un’ echinoderma (la stessa famiglia delle stelle marine) che in Oriente ed nell’Oceania è utilizzato nell’alimentazione da migliaia di anni ed è qui riconosciuto per le sue potenti capacità come anti-infiammatorio.
Una sostanza naturale che sta suscitando un crescente interesse è l’MSM (metilsulfonilmetano, solfuro bioattivo) che sembra possa essere molto efficace nell’alleviare il dolore e l’infiammazione in tutti i tipi di artrite.

Alcuni studi hanno dimostrato che i pazienti che prendevano farmaci anti-infiammatori non-steroidei hanno potuto ridurre di metà la loro dose senza ridurne l’efficacia, se assunti assieme alle foglie di ortica (in capsule). Anche altre erbe si sono dimostrate utili nel portare sollievo ai sofferenti di artrite. Cat’s claw (unghia di gatto o uncaria tomentosa,), riconosciuta anche a livello medico ufficiale per le sue caratteristiche anti-infiammatorie e di supporto nel trattamento di tumori. Boswella (boswellia serrata), un rimedio tradizionale della medicina Ajurvedica: un’ erba caratteristica dell’India con eccellenti proprietà anti-infiammatorie e antidolorifiche, un’erba tutt’ora oggetto di studi, come pure lo zenzero, anch’esso utilizzato nella medicina Ajurvedica come anti-infiammatorio. Fra le erbe forse la più efficace è l’ urtica dioica (foglie di ortica) che riesce a contrastare alcune citochine (TNF, fattore di necrosi tumorale e IL-6b, interleuchina 6beta) implicate nella distruzione della cartilagine e che provocano dolore ed infiammazioni. Molti pazienti sono riusciti a ridurre anche della metà le quantità di farmaci anti-infiammatori aggiungendo a questi gli estratti di ortica.

Delle creme contenenti capsaicina, un composto che troviamo nei peperoncini di cajenna, possono aiutare a lenire il dolore quando applicate direttamente sulle articolazioni. Un aiuto può provenire anche dall’artiglio del diavolo, olio di eucalipto (topico) e da integrazioni con zinco, rame e manganese.

Straordinari per modulazione del sistema immunitario i funghi terapici come il Ganoderma Lucidum (REISHI) con spiccata attività antinfiammatoria.

La tecnologia Taopatch unisce le conoscenze dell’antica medicina con quelle più moderne della medicina quantistica in piccoli dispositivi “adattivi” per il corpo umano.

La medicina tradizionale cinese

Nell’antica medicina c’è una grande saggezza e una profonda conoscenza dell’organismo e dell’individuo, soprattutto in una delle più antiche: la medicina tradizionale cinese. Tra le varie tecniche della MTC, una delle più famose è l’agopuntura, una tecnica naturale per il benessere e la salute i cui fondamenti si basano sul concetto di energia ed equilibrio.

Nell’agopuntura, la mappa di riferimento è il sistema energetico che è costituito da un complesso sistema di canali energetici (chiamati meridiani) che corrono lungo tutto il corpo. In questo sistema fluisce l’energia che alimenta tutto l’organismo. La loro esistenza, per chi non lo sapesse, è stata scientificamente dimostrata pochi anni fa, attraverso mezzi di contrasto innovativi e sono stati rinominati Sistema di Bonhang o Primo Vascular System (ci sono tutte le pubblicazioni ufficiali nelle riviste internazionali). Secondo la MTC la malattia insorge quando si presenta un disequilibrio nel sistema, individuabile in un ristagno (o blocco) energetico nei meridiani (o in alcuni punti specifici) che non permette il libero fluire dell’energia. La tecnica dell’agopuntura infatti agisce lungo i meridiani attraverso la stimolazione di specifici punti, chiamati agopunti, per ripristinare l’equilibro energetico ed eliminare lo scompenso, tramite stimolazione con aghi, digitopressione o attraverso moxibustione. Questa pratica è usata tutt’oggi, anche in occidente, soprattutto come medicina preventiva, infatti nella concezione della medicina tradizionale non si cura il sintomo, ma piuttosto si agisce per mantenere uno stato di salute ottimale. La medicina quantistica L’evoluzione della scienza – da Einstein che sosteneva che tutto fosse energia, fino ai giorni nostri con la moderna fisica quantistica – ci ha aperti sempre più ad una visione “energetica” e “sottile” della materia.

Tanto per usare le parole di Nicola Tesla: “Oggi, siamo consapevoli che anche i pensieri sono energia e informazione e in questo nuovo scenario le prospettive per comprendere come è possibile interagire con la materia diventano “incredibili”. Grazie a questa nuova consapevolezza la visione della salute cambia: si riesce a comprendere che la malattia si presenta quando c’è uno scompenso informazionale, quando cioè le frequenze e le informazioni non sono coerenti con il sistema, creando così una distorsione funzionale all’interno dell’organismo. E’ tutta questione di biofotoni Grazie alla teoria dei biofotoni del Úsico F.A. Popp, oggi sappiamo che ogni cellula e ogni organo assorbe ed emette biofotoni (energia luminosa o “quanti energetici”), che permettono il passaggio delle informazioni tra le cellule. Queste informazioni vengono gestite attraverso il sistema elettromagnetico dell’organismo, il cui stato ottimale rappresenta la base per la salute. Se infatti avviene uno squilibrio o un’alterazione in questo sistema di informazioni, si iniziano a creare i presupposti per l’insorgere della malattia. Questo dimostra che la vita biologica di qualsiasi essere vivente è un evento fisico di natura informazionale e quindi elettromagnetica. Stando così le cose, per ripristinare lo stato ottimale del sistema si può intervenire sullo scompenso direttamente attraverso il campo di informazione. Informazioni che curano.

E se si riuscisse a trasmettere informazioni “corrette”, coerenti al sistema in squilibrio? Oggi, in realtà, già esistono alcune realtà che da tempo utilizzano con successo questo approccio.

Con questo approccio si possono “trasmettere” informazioni che ripristinano il naturale stato di salute del sistema senza l’utilizzo di sostanze chimiche. Un input utile all’organismo può essere “trasmesso” sotto forma di frequenza e non solo attraverso una molecola chimica.

Il connubio vincente: TaoPatch.

Se fosse possibile trasmettere all’organismo le informazioni utili per ripristinare lo stato di salute ottimale? E’ possibile “trasferire” le informazioni che mancano in un sistema in squilibrio per ripristinare lo stato di salute?  Sembra che qualcuno si stia avvicinando a questo…. Oggi esiste una realtà italiana, la Tao Technologies, che ha realizzato una tecnologia in grado di farlo. I Taopatch, infatti, sono dispositivi in grado di trasmettere informazioni coerenti con l’organismo grazie ad una tecnologia quantistica.

I dispositivi Taopatch riescono a trasmettere fotoni coerenti con il corpo umano (della stessa lunghezza d’onda) attraverso l’applicazione degli stessi su precisi punti, come recettori, trigger point, ma usati anche lungo meridiani energetici. Il merito di Fabio Fontana, founder della Tao Technologies, è quello di essere riuscito ad unire l’antica scienza della MTC con le più innovative tecnologie in piccoli microchip di nemmeno 2 cm2

I Taopatch appaiono come piccoli dischetti di materiale plastico all’esterno ma super-tecnologico all’interno. I Taopatch sono dispositivi che possono essere utilizzati da tutti 24h al giorno, ma prevedono protocolli di applicazione specifici. Infatti i destinatari principali di questa tecnologia sono medici e professionisti della salute e benessere che, dopo un percorso formativo dedicato all’applicazione dei Taopatch, possono utilizzarli nei propri studi per i propri pazienti. Il principale ambito di applicazione dei dispositivi riguarda la propriocezione, ovvero il sistema dell’organismo atto al controllo del movimento, della postura e della gestione del corpo nello spazio. Tuttavia, l’utilizzo dei Taopatch, oggi ha dato ottimi riscontri in molti campi e viene utilizzato da professionisti e privati sia in ambito medico, che sportivo.

Ridurre o eliminare alcuni dolori in pochi minuti, se dovuti ad errati schemi posturali

Favorire un recupero energetico e un aumento del benessere globale

Ottimizzare le prestazioni fisiche e biologiche

Incrementare la propriocezione

Personalmente ho trovato beneficio nell’utilizzo dei Taopatch sia a livello posturale, che a livello energetico, constatando un aumento generale dell’energia e del benessere. Li ho utilizzati anche per trattare delle particolari problematiche di intestino e pancreas, riuscendo a trovare un sostegno importante che non ho trovato con altri metodi. Oggi, la sperimentazione di questa tecnologia, che la Tao Technologies sta portando avanti in ambito clinico, sta dando riscontri positivi anche nell’applicazione in casi di patologie complesse come nei disordini del movimento della sclerosi multipla, facendo ben sperare che in un breve futuro l’evoluzione della medicina quantistica possa apportare supporto e benefici in tutti gli ambiti della salute della persona, fisica e non solo.

 

Palmitoiletanolamide è una sostanza prodotta dal corpo umano, con proprietà analgesiche ed antinfiammatorie.
PEA viene prodotta dalle cellule di quasi tutti gli esseri viventi e agisce nell’organismo come un modulatore biologico in grado di ristabilire il normale funzionamento dei tessuti.

La palmitoiletanolamide nelle forme micronizzata e ultra micronizzata, aiuta a ridurre l’infiammazione di basso grado. Rappresenta un approccio innovativo per limitare la progressione delle patologie croniche associate alla menopausa e il dolore ad esse associato. Con l’obiettivo di aumentare l’aspettativa di salute, obiettivo principe della longevità.

La palmitoiletanolamide (PEA), ammide dell’acido paimitico con l’etanolammina, è una molecola presente in molti alimenti della dieta comune come uova, soia, pomodori, piselli, arachidi etc. (Kilaru et al 2007).
È anche prodotta da molte cellule dell’organismo dei mammiferi ed è particolarmente abbondante nei tessuti cerebrali (Bachur et al 1965). La produzione della PEA e di altre aciletanolammidi (NAE) avviene a partire da precursori fosfolipidici presenti nella membrana plasmatica (Hansen e Diep 2009; Ahn et al 2008; Wang e Ueda 2009).

La PEA viene sintetizzata on demand in seguito a stimoli in grado di evocare una risposta immunitaria. Fa parte dei mediatori lipidici responsabili della risoluzione dell’infiammazione, un programma attivo e coordinato che si esplica già nelle prime ore dopo l’inizio della risposta infiammatoria: “The beginning programs the end” (Serhan e Savill 2005; Buckley et al 2013).

I mediatori antinfiammatori o pro-risolutori contrastano attivamente l’azione dei mediatori pro-infiammatori. A livello cellulare, questo si traduce nella stimolazione della fagocitosi dei leucociti apoptotici, la promozione dell’apoptosi delle cellule danneggiate sino alla neuroprotezione. A livello clinico, l’azione anti-infiammatoria e pro-risolutoria endogena si traduce nella riduzione del dolore (Piomelli e Sasso 2014).

I livelli endogeni della PEA sono alterati nelle condizioni patologiche accompagnate da danno cellulare e da processi infiammatori.

Gli studi clinici dimostrano la capacità della PEA, nelle forme micronizzata e ultramicronizzata, di contrastare la sintomatologia dolorosa e/o le alterazioni elettrofisiologiche presenti in diverse patologiche che coinvolgono il sistema nervoso periferico e/o centrale e che sono sostenute da un’eccessiva attivazione mastocitaria, quasi sempre associata a quella microgliale.

Gli studi hanno anche confermano l’ottima tollerabilità dei prodotti contenenti PEA-m e PEA-um, anche quando somministrati in associazione a farmaci antinfiammatori e analgesici/anticonvulsivanti.

Questi risultati suggeriscono l’uso della PEA nelle forme micronizzata e ultramicronizzata come strumento terapeutico innovativo per il trattamento di tutte le condizioni caratterizzate dalla presenza di processi neuroinfiammatori e stati dolorosi cronici.

I prodotti a base di PEA-m e PEA-um presentano un profilo farmacologico e clinico di particolare interesse per le donne in postmenopausa: soggetti che, più di tutti, necessitano di una farmacologia di modulazione finalizzata alla prevenzione e/o alla normalizzazione delle alterazioni che coinvolgono l’equilibrio tra i sistemi neuronale ed immunitario.

 

Milioni di persone assumono vitamine o integratori alimentari ogni giorno per aiutare l’organismo a crescere in salute in modo naturale! Il corpo richiede numerosi nutrimenti per mantenersi continuamente in salute; molti di questi nutrimenti non sono sempre disponibili nel cibo che mangiamo.

L’Msm è la forma naturale derivata dal minerale zolfo. Lo zolfo naturale è necessario per molte funzioni del nostro organismo, quali la capacità di resistere allo stress, la fatica, le allergie e i parassiti così come per la salute cellulare e organica. Msm sta per: metil-sulfonil-metano (una forma naturale di zolfo): è inodore e si presenta in forma di polvere bianca cristallina.
L’Msm è naturalmente presente nei fluidi e nei tessuti di tutti gli organismi viventi. Si trova nella maggior parte della frutta fresca e nella verdura, nella carne, nel pesce e in alcuni tipi di cereali. Tuttavia, l’Msm viene facilmente perso durante la cottura, anche moderata, dei cibi e questo può rapidamente creare una carenza di Msm nel nostro organismo. Cose quali la cottura, l’essiccazione e la cottura a vapore del cibo lo impoveriscono del contenuto di Msm, cosi come quando i cibi stessi vengono lavati o conservati a lungo. Sfortunatamente tutto questo rende quasi impossibile per noi avere abbastanza Msm attraverso la nostra alimentazione. Inoltre, dato che l’Msrn non è immagazzinato dall’organismo, una regolare integrazione è necessaria. E impossibile assumere Msm in eccesso poiché quello che non è necessario al nostro organismo viene espulso attraverso la pelle, senza presenza di odore. Una sua deficienza, tuttavia, può causare una ampio spettro di disturbi che sono appunto il risultato di una carenza di questo elemento, preposto alla riparazione dei tessuti e degli organi danneggiati; l’Msm è un elemento importante in queste occasioni. Mancando il giusto apporto l’organismo avrà una struttura cellulare inferiore.
E stato scoperto che una concentrazione troppo bassa di Msm nell’organismo, causa stress fisico e psicologico, malfunzioni organiche, affaticamento e aumentata suscettibilità ai malesseri.
E stato provato che I’Msm funziona meglio insieme alla vitamina C.
L’organismo richiede un costante apporto di zolfo naturale per la produzione di cellule sane, necessarie al corretto funzionamento dello stesso. Serve anche a mantenere un aspetto sano di pelle, capelli e unghie. Vitamine e aminoacidi lavorano con lo zolfo naturale nella produzione di cellule sane, in particolar modo la vitamina C. Quando l’organismo sta affrontando un processo di autoriparazione ha bisogno di vitamina C e Msm in parti uguali.

Questi sono alcuni dei benefici derivanti dall’uso di Msm:
• riduzione del dolore (con riduzione dell’infiammazione muscolare),
• è vitale per la salute cellulare,
• aiuta ad affrontare la fatica aumentando il livello energetico,
• aiuta l’organismo a fronteggiare lo stress,
• allevia la stitichezza e aiuta a ridurre i parassiti,
• rende la pelle soffice e flessibile,
• riduce rughe, screpolature e cicatrici,
• migliora la salute di unghie e capelli rinforzandoli e favorendone la crescita,
• aiuta nel controllo di allergie da polline, da cibo ecc.
• facilita il metabolismo dei carboidrati,
• aiuta nel controllo della candida,
• dà sollievo per l’asma e l’acidità di stomaco.

L’Msm è un nutriente naturale, un componente sulfureo che si trova nella dieta dell’uomo e in quella di altri vertebrati. è una componente naturale del nostro organismo. Nella sua forma chimica purificata non ha odore, è praticamente senza sapore, si presenta in forma di solido cristallino di colore bianco ed è solubile in acqua. La sua formula chimica è (CFI3)2S02.

Gli studi sull’Msm iniziarono circa 20 anni fa all’Università delle Scienze sulla salute nell’Oregon. Dopo lunghissime prove, il dott. Jacob concluse che l’Msm produce numerosi benefici per la salute, senza effetti collaterali.

Dato che l’organismo utilizza l’Msm tutti i giorni e i moderni procedimenti rimuovono l’Msm naturale dalla nostra dieta, la strada più sicura per una buona salute è quella di rimpiazzare questo elemento del corpo con un integratore. L’Msm è privo di odori, quasi senza sapore, è un cristallo che si dissolve completamente in acqua e può essere assunto in forma liquida, in forma di pillole o cristallo. L’Msm non contiene nessuna proprietà tossica; prendere troppo Msm è come bere molta acqua, che il nostro corpo usa in quantità necessaria inviando il rimanente, senza provocare danni, attraverso il sistema organico.

Antinflammatorio naturale
Malattie e ferite spesso causano alle cellule del nostro corpo deterioramento e infiammazioni. L’Msm dà sollievo alle infiammazioni permettendo la riparazione delle cellule danneggiate. Le proprietà antinflammatorie dell’Msm creano attenuazione del dolore, comunemente associato alle artriti, alle tendiniti, alle borsiti e ai danni provocati dall’ernia del disco.
Riducendo l’infiammazione, l’Msm fa aumentare il flusso sanguigno attraverso l’area danneggiata del corpo, facilitando il procedimento di guarigione e riducendo il disagio. Gli atleti usano spesso l’Msm per ottenere sollievo dal dolore proveniente da strappi muscolari o da danni alle giunture.

Antiallergenico naturale
Le reazioni allergiche fanno parte della vita di ogni giorno per molti di noi. Le naturali proprietà antiallergeniche dell’Msm possono alleviare molti disagi dovuti a queste reazioni. L’Msm protegge le cellule dal danno causato da queste reazioni allergiche, ed è stato ampiamente considerato una delle sostanze antiallergeniche più importanti e disponibili dopo l’introduzione degli antistaminici oltre venti anni fa.

Cicatrizzante dei tessuti
Si è notato che l’Msm ammorbidisce le cicatrici e spesso fa sì che il tessuto cutaneo danneggiato si riduca o scompaia completamente. Le proprietà ristrutturanti dell’Msm sono efficaci sia per cicatrici interne sia per quelle esterne quali bruciature o graffiature. Con disturbi polmonari cronici come l’enfisema, l’asma o la bronchite, l’Msm ammorbidisce la cicatrizzazione permettendo un più facile passaggio di ossigeno e di ossido di carbonio.

Dove si trova l’Msm
Uno dei maggiori esponenti della chimica mondiale ed esperto studioso dell’ambiente atmosferico sostiene che l’Msm e i suoi relativi componenti: Dmso (dimetil-sulfossido), e il Dms (dimetilsulfuro) forniscono all’origine 185% dello zolfo in tutti gli organismi viventi. (1) Il ciclo di questi composti solforosi naturali comincia nell’oceano dove piante microscopiche e animali detti plancton rilasciano composti solforosi chiamati sali di dimetilsulfuro. Questi sali vengono tra sformati nell’acqua oceanica in particelle molto volatili, di dimetilsulfuro (Dms) che evaporando dall’oceano sotto forma di gas salgono nell’alta atmosfera. Qui, in presenza di ozono e di luce ultravioletta ad alta energia, il Dms si converte nei suoi cugini Dmso e Msm. Diversamente dal Dms, sia il Dmso che l’Msm sono molto solubili in acqua così ritornano sulla superficie terrestre con la pioggia. Le piante assorbono questi due componenti molto rapidamente nel loro sistema di radici, concentrandoli fino a 100 volte. L’Msm stesso e lo zolfo in esso contenuto vengono incorporati nella struttura della pianta. Attraverso il processo di metabolismo della pianta l’Msm, assieme ad altri componenti sulfurei generati, viene mineralizzato e ritrasportato in mare e il ciclo solforico comincia nuovamente.
L’Msm è stato trovato nel sangue e nelle ghiandole surrenali delle mucche (2 e 3). Il latte delle mucche contiene tra le due e le sei parti per milione di Msm (4). Può anche essere trovato nelle verdure verdi. (5)

Perché l’Msm è importante
L’Msm è naturalmente presente nel corpo umano, lo si trova nel sangue così come ne gli altri organi. È stato trovato nell’urina umana (6). lI livello naturale di Msm nel sistema circolatorio di un maschio adulto è circa di 0,2 parti per milione (7). L’uomo adulto escreta dai 4 agli 11 mg di Msm al giorno con le urine. La concentrazione di Msm, nei depositi del corpo dei mammiferi diminuisce con l’età, probabilmente come risultato di un cambiamento di dieta o di metabolismo. Alcune ricerche suggeriscono che c’è una minima concentrazione di Msm che deve essere mantenuta nel corpo per preservare la normale funzione e struttura (7).
L’Msm che noi ingeriamo con la frutta fresca, le verdure e il latte apporta lo zolfo essenziale per la sintesi del tessuto connettivo, degli enzimi e della immunoglobulina. Lo zolfo è un importante elemento nella costruzione e buona salute dei capelli e delle unghie.

Come fa l’organismo a utilizzare l’Msm
Esperimenti fatti con l’Msm contenente zolfo marcato (35S) hanno dimostrato che dopo averlo ingerito l’Msm rilascia lo zolfo per la formazione del collagene e della cheratina delle unghie e dei capelli, oltre che per la formazione degli aminoacidi essenziali metionina e cisteina e del siero delle proteine (8).

Msm e tossicità
L’Msm è considerato come una delle sostanze meno tossiche in biologia e simile, come tossicità, all’acqua (9). lI comunissimo sale da tavola è molto più tossico dell’Msm. La somministrazione per via orale di Msm in soggetti umani volontari, non ha fatto osservare effetti tossici fino a livelli di un grammo/Kg di peso corporeo al giorno per 30 giorni (10). Così come iniezioni endovenose di 0,5 gm/Kg giornaliere per cinque giorni alla settimana non hanno prodotto alcuna tossicità misurabile. L’Msm è stato ampiamente testato come ingrediente alimentare senza nessun riscontro di reazioni allergiche.
Uno studio mai pubblicato dall’Università delle Scienze sulla salute dell’Oregon sulla tossicità a lungo termine, fatto su un periodo di sei mesi, dimostrò che non vi erano effetti tossici. Più di l2mila pazienti vennero trattati con l’Msm all’Università delle Scienze sulla salute nell’Oregon a un livello sopra i 2 grammi giornalieri senza nessun tipo di seria tossicità (10).

Msm e salute
All’Università delle Scienze sulla salute dell’Oregon ci sono state molte osservazioni su che cosa può fare per la salute e il benessere quando si integra la dieta con dosi da 250 a 750 mg al giorno.
Qui di seguito elenchiamo alcune condizioni in cui l’Msm è di aiuto (7).
(1) Responso per le allergie. L’assunzione di Msm per via orale ha alleviato le sintomatologie allergiche al polline e al cibo. Le proprietà antiallergeniche dell’Msm sono pari o migliori delle tradizionali preparazioni antistaminiche. (2) Controllo della’iperacidità. I pazienti che hanno usato antiacidi e recettori istaminici antagonisti per il controllo dell’iperacidità possono impiegare l’Mm con eccellenti risultati.
(3) Controllo della stipsi. Pazienti con stitichezza cronica hanno avuto sollievo sia immediato sia nel tempo integrando giornalmente la dieta con Msm da 100 ai 500 mg.

Studi chimici e di laboratorio 
Ci sono stati molti studi condotti in condizioni di controllo che mostrano alcune delle potenzialità che l’Msm ha come agente terapeutico. Queste includono studi sul russare, il lupus, cancro dei polmoni, cancro del colon e delle artriti reumatiche. Segue una breve descrizione di questi studi.

Sollievo dal russare
Ricerche condotte dall’Università delle Scienze sulla salute dell’Oregon su 35 soggetti che soffrivano del problema di russare nel sonno hanno dimostrato che l’Msm diluito al 16% con acqua e somministrato 15 minuti prima di dormire porta a una significativa riduzione del disturbo nell’ 60% dei soggetti trattati, dopo un periodo da uno a quattro giorni dall’inizio del trattamento.
A scopo di verifica venne somministrata un soluzione salma in sostituzione dell’Msm, a otto pazienti che avevano avuto beneficio con l’Msm, i pazienti non erano a conoscenza della sostituzione. Sette pazienti su otto ricominciarono a russare forte, Il cambiamento avvenne dopo 24 ore dalla sostituzione. Riprendendo il trattamento con l’Msm questi otto pazienti mostrarono nuovamente una notevole riduzione del russare. Dopo 90 giorni di trattamento nessuno dei soggetti riportò reazioni tossiche. Le preparazioni di Msm sono ora riconosciute come aiuto e sollievo nei problemi del russare.

Lupus eritematoso sistemico.
E’ un’infiammazione dei tessuti le cui cause sono sconosciute. Ne soffrono maggiormente giovani donne (il 90% dei pazienti con lupus sono donne) ma si riscontra anche nei bambini. La malattia può manifestarsi improvvisamente con febbre, come in un’infezione acuta, o gradualmente nel corso di mesi o anni con periodici attacchi di febbre e affaticamento. La maggior parte lamenta dolori alle giunture come per le artriti. La malattia è anche caratterizzata da macchie della pelle rosse in rilievo e ruvide. (in tipo di disfunzione renale, chiamata lupus nephritis, si presenta spesso all’insorgere di questa malattia e più tardi nel corso della stessa; così come sono anche comuni infezioni del tratto urinario. La malattia può anche colpire il cuore, i polmoni, la milza, il sangue e il tratto gastrointestinale. Viene considerata una malattia autoimmune dato che nella maggior parte dei pazienti si evidenzia lo sviluppo di anticorpi antinucleari nel sangue in alcuni momenti nel corso della malattia (12).
Esperimenti condotti hanno dimostrato che l’Msm ha un effetto protettivo sia prima sia dopo l’attacco della malattia.

Cancro del seno
Ricerche fatte al Collegio di medicina dell’Università di stato dell’Ohio (14) dimostrano che l’Msm può proteggere contro l’insorgenza del cancro alla mammella.

Cancro del colon
Gli stessi ricercatori del Collegio di medicina dell’Università di stato dell’Ohio hanno studiato anche la funzione chemiopreventiva dell’Msm giungendo alla conclusione che la somministrazione di Msm allunga significativamente il tempo di comparsa del tumore e che comunque l’utilizzo di Msm come agente chemopreventivo per il cancro del colon dovrebbe essere oltremodo approfondito.

Artrite reumatica
Ricercatori all’Università delle Scienze sulla salute dell’Oregon hanno studiato una razza di topi che erano inclini a uno sviluppo spontaneo di lesioni alle giunture simile a quello delle artriti reumatoidi (16). Hanno scoperto che gli animali che venivano nutriti con una dieta che includeva il 3% di una soluzione di Msm con acqua potabile dall’età di due mesi fino all’età di cinque mesi non soffrivano di degenerazione di cartilagine articolare. Al gruppo di verifica venne data solo acqua di rubinetto, nel 50% degli animali fu trovata una degenerazione focalizzata di cartilagine articolare.

Bibliografia
1. Lovelock, .J.E. et al., Nature, voi. 237, 452, 1972.
2. Ruzicka, L. et al. Heiv chim acta, voi. 23, 550, 1940.
3. Pflffner, J.J. and North, H.B., J. Biol Chem, voi. 131, 731, 1940.
4. Williams, K.I.H. et ai., Proc Soc Exp Biol & Med, voI. 122, 865, 1966.
5. Pearson, T.W. et ai., ‘,I Agric Food Chem, voi. 29, 1089, 1981.
6. Williams, K.I.H. etal., Arch Biochem Biophys, voi. 113, 251, 1966.
7. Jacob, S.W. and Herschler, R., Ann N.Y. Acad Sci, voi. 411, XIII, 1983.
8. Richmond, V.L., J Nutrition, voi. 116, No. 6, June 1986.
9. Toxicology of Drugs £ Chemicais, 4th Edition, Deichman, W.B. & Gerarde, H.W. eds, Academic Press, 1969.
10. Jacob, S.W., Oregon Heaith Sciences (Jniversity, Portiand, Oregon, personal communication.
11. (1.5. Patent 5,569,679 (October 29, 1996).
12. Cecii Textbook of Medicine, 2Oth Edition, Bennett, J.C. & Pium, F. eds, W.B. Saunders Co., 1996.
13. Siegei, J.M., Oregon Health Sciences (Jniversity, Portland, oregon, persona! communication.
14. McCabe, D. etai., Arch Surg, voI. 121, 1455, 1986.
15. O’Dwyer, Pi. etal., Cancer, voI. 62, 944, 1988.
16. Morton, J.l. & Moore, R.D., F’ederation of American Societies [or Experimentai Bioiogy, 69th Annuai Meeting, ApriI 21-26, 1985, 692, 1985.

 

L’acido ialuronico, relegato quasi esclusivamente ad interventi estetici, sta dimostrando che la sua utilizzazione può essere molto piu’ ampia e contrastare efficacemente gli effetti generali dell’invecchiamento oltre ad alleviare sintomi di malattie respiratorie anche croniche, quali asma e bronchite.

L’acido jaluronico si presenta come una molecola estremamente voluminosa (il suo peso molecolare si aggira normalmente intorno ai 1-5 milioni di Daltons) e contiene un’alternanza ripetitiva di unità monomeriche di Nacetilglucosammina e di acido Dglucoronico.

E’ presente in tutti i tessuti corporei in quanto componente estremamente importante nelle articolazioni. E’ il principale agente responsabile della viscosità e delle proprietà lubrificanti del liquido sinoviale; funge da sostegno per l’aggregazione dei proteoglicani e dei legami proteici presenti nella matrice extracellulare.

La presenza di specifici recettori per l’acido jaluronico su tutte le cellule lo rende un importante regolatore delle funzioni metaboliche e di quelle dei tessuti.

Poiché l’acido jaluronico si presenta come un polimero contenente unità di disaccaridi che si ripetono e privo di modificazioni (ramificazioni o esterificazione con gruppi solforici), le principali differenze nell’attività biologica sono imputabili al suo peso molecolare.

È stato dimostrato che solo l’acido jaluronico ad alto peso molecolare viene effettivamente assorbito dall’organismo, ed entra a far parte della struttura cartilaginea e della pelle.
L’acido jaluronico nativo si caratterizza per possedere un elevato peso molecolare. Diversi studi hanno dimostrato che frammenti di acido jaluronico a basso peso molecolare non sono in grado di legarsi ai recettori specifici delle membrane cellulari che, al contrario, riconoscono solo l’acido jaluronico ad elevato peso molecolare. Per esempio, frammenti di acido jaluronico a bassissimo peso molecolare (6,9 kDalton), oppure di peso molecolare basso (intorno ai 250.000 Daltons), inducono l’espressione dei geni infiammatori nei macrofagi.

Hyalur©n è uno dei pochi prodotti a contenere acido jaluronico con un peso molecolare non inferiore ai 2,4 milioni di Daltons, l’unico che viene effettivamente assimilato dall’organismo.

L’acido jaluronico presente in Hyalur©n deriva da una proteina extracellulare ottenuta per fermentazione batterica. La fermentazione batterica permette di ottenere acido jaluronico ad elevato peso molecolare. Non deriva quindi da nessuna fonte animale (cresta di gallo o cartilagine dello sterno di gallo purificata). Il peso molecolare influenza in maniera diretta le proprietà idratanti e la capacità di legare le molecole d’acqua. L’acido jaluronico viene prodotto in modo naturale dal nostro organismo in quanto costituente del fluido sinoviale e della matrice extracellulare.

Quando invecchiamo, i livelli di acido jaluronico presenti nella matrice extracellulare decrescono in maniera progressiva, per tale motivo diviene sempre più difficoltoso approvvigionare l’organismo in maniera adeguata e continuativa.

In presenza di osteoartrite, la cartilagine e le altre strutture dell’articolazione iniziano a sfaldarsi. In alcune persone, una lieve infiammazione può provocare una cospicua perdita di acido jaluronico e conseguente perdita delle sue proprietà lubrificanti. Le articolazioni divengono rigide e il movimento provoca dolore. L’integrazione di acido jaluronico permette di ripristinare l’adeguata lubrificazione delle articolazioni.

Come agisce l’acido jaluronico nelle articolazioni?

L’acido jaluronico presente in HyalurOn agisce incrementando il movimento articolare e proteggendo l’articolazione. Se paragoniamo le articolazioni del corpo al motore dell’automobile, il fluido presente nelle articolazioni imita l’azione dell’olio nel motore. A intervalli regolari l’olio del motore viene sostituito poiché il calore e l’attrito diminuiscono la viscosità dell’olio. L’olio comincia a non essere più in grado di proteggere le superfici metalliche dall’eccessivo logorio. HyalurOn agisce nel medesimo modo nelle articolazioni. Quando invecchiamo la viscosità del fluido sinoviale diminuisce e, diventando più sottile, non sarà più in grado di proteggere l’articolazione, questo incrementa lo sfregamento e deteriora la superficie della cartilagine.

Assumendo HyalurOn è possibile ripristinare la normale viscosità del fluido sinoviale e in tal modo prevenire o bloccare il danno articolare.

Quali distretti corporei possono beneficiare dell’uso di HyalurOn?

SISTEMA MUSCOLO SCHELETRICO

In quanto naturale componente del liquido sinoviale, garantisce un’adeguata lubrificazione dell’articolazione, protegge le superfici della cartilagine, annulla l’azione dei radicali liberi e delle tossine. Fa diminuire lo stato infiammatorio e il dolore.
L’acido jaluronico è uno dei maggiori componenti del disco intervertebrale.
VISIONE

L’acido jaluronico è presente nell’Humor Vitreo dell’occhio; la sua consistenza gelatinosa aiuta ad assorbire gli shock alla retina prevenendo i traumi agli occhi.

PELLE

Estremamente importante per il mantenimento di una pelle adeguatamente idratata ed elastica. La sintesi di acido jaluronico subisce una costante riduzione nel corso degli anni già a partire dall’adolescenza. La ridotta sintesi si associa a una minore capacità di trattenere l’acqua, con il passare del tempo i tessuti cutanei appariranno meno distesi e sostenuti. L’industria cosmetica include l’acido jaluronico nei prodotti per il makeup, nelle creme ad azione idratante e anti-age.

APPARATO CARDIO VASCOLARE

Elevati livelli di acido jaluronico sono presenti nelle valvole cardiache.

SISTEMA IMMUNITARIO

E’ in grado di attivare i leucociti, controllandone la migrazione cellulare e proteggendoli. Aiuta a ridurre le infezioni batteriche e si è riscontrato che sia in grado di ridurre gli episodi infettivi nei pazienti con bronchiti croniche.

BIBLIOGRAFIA
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2. Holmes MW, Bayliss MT, MUir H. Hyaluronic aeid in hu,nan arilcular cartilage. Age-related changes in conlent andsize. Biochem J 1988 Mar; 250(2): 435-441.
3. Bowers WH. Lubricalian ofhumanjoin/s. Ch 18 in The Musculoskeletal Sysle,n. Basics Processes andDisorders, seconded,, Wilson FC, Ed., JB Lippincolt Company Philadelphia, 1983, 225-230.
4. TUrley BA, Noble PW, Bourguignon LY. Signalingproperties af hyaluronan receptors. JBiol Chem 2002 Feb 15; 277(7): 4589-4592
5. Aviad AD, Houpt JB. The molecular weighi of lherapeulic hyaluronan (sodium hyaluronale): haw significani is il? .1 Rheu,nalol 1994 Feb; 21(2): 297- 301.
6. BUcei L.R., TurpinA.A., WiIl the real Hyaluronan Please Stand-Up’?, Journal ofApplied Nutri/lan, 54(1), 2004, pp. 10-33.

Un mix vincente per dolori articolari, artrosi, artrite, varici, psoriasi e per prevenire l’invecchiamento della pelle, dei capelli e delle unghie.

Il corpo umano possiede da 5 a 7 g di silicio, quantità che diminuisce nel corso degli anni, come diminuisce la capacità di assorbimento; la diminuzione di silicio è legata all’invecchiamento ed alle patologie correlate.

La presenza di silicio aiuta la fissazione del calcio, fornisce robustezza alle ossa e flessibilità a muscoli e tendini. Partecipa alla sintesi di elastina e del collagene contribuendo così alla salute della pelle, dei capelli, delle unghie e delle pareti dei vasi.

La capacità di assorbimento diminuisce con l’aumentare dell’età, e comunque l’organismo non è in grado di trasformare il silicio minerale ingerito in silicio organico. Il silicio assunto dai vegetali (es. Equisehtm arvensis) è in forma colloidale ossia è formato da colloidi in sospensione in acqua ed è difficilmente assorbibile (3%) oltre che irritante per i reni e possibile causa di calcoli renali; per poter superare la barriera intestinale deve essere legato ad un trasportatore. Solo il silicio organico ha una biodisponibilità che ne permette l’assimilazione. Il silicio viene metabolizzato da microrganismi che lo rendono organico ed idrosolubile. Grazie alla sua idrosolubilità e agli aminoacidi trasportatori che ad esso si legano durante la fase di predigestione il silicio organico ha un tasso di assorbimento del 70% e non affatica i reni.

La silice organica (monomethylsilanetriol) agisce in primo luogo sui processi infiammatori è un antidolorifico e la sua efficacia è percepibile dopo qualche minuto. Per questo motivo nei Caraibi è stata chiamata “pain killer”.

La molecola della silice organica è caricata di ioni positivi e negativi instabili e quindi può intervenire nell’organismo per ristabilire la polarità delle cellule rilasciando a seconda del caso ioni positivi o negativi. L’omeostasi cellulare, infatti, deriva da un fenomeno di polarizzazione (proprietà dipolari delle membrane cellulari); uno squilibrio elettrico cellulare può portare ad alterazioni cellulari

Il silicio si concentra negli osteoblasti a livello mitocondriale, assieme alla vitamina C assicura la formazione del collagene ed è indispensabile per la formazione dei glucosaniinoglicani della cartilagine. Il suo utilizzo nelle patologie osteoarticolari ha evidenziato il recupero della mobilità e la regressione del dolore, e nell’osteoporosi una remineralizzazione delle zone decalcificate.

La parete dei vasi principali contiene il 40% di elastina, abbondanza di collagene e mucopolisaccaridi. La diminuzione del silicio nell’anziano determina diminuzione della tonicità vascolare, le lesioni ateromasiche progrediscono e si riduce la concentrazione di silicio nelle pareti arteriose.

Il silicio è importante anche per la conservazione dell’integrità del tessuto connettivo che contiene 30/40% di elastina e 2-3% di mucopolisaccaridi. L’elastina infatti contiene da 200 a 500 mcg/g di silicio e i mucopolisaccaridi da 300 a 1250 mcg/g e la carenza di silicio dopo i 40 anni provoca secchezza cutanea e formazione di rughe, smagliature e invecchiamento cutaneo.

Può essere utilizzato come liquido o gel e assunto per via orale o topica.

LA SILICE ORGANICA

• non presenta tossicità
• è in grado di attraversare il derma diffondendosi nell’organismo
• non interferisce con alcuna terapia
• non provoca effetti collaterali

L’Acido Jaluronico è presente in tutti i tessuti corporei, ma la sua attività biologica è estremamente importante nelle articolazioni. E’ il principale agente responsabile della viscosità e delle proprietà lubrificanti del liquido sinoviale; funge da sostegno per l’aggregazione dei proteoglicani e dei legami proteici presenti nella matrice extracellulare.

PRINCIPALI INDICAZIONI:
– per il benessere di tutte le articolazioni in chi pratica molta attività sportiva.
– nelle osteoartriti.
– per coloro che soffrono di secchezza oculare.
– per mantenere, dall’interno, la pelle idratata, tonica e soda.
– riempie “dall’interno” le rughe, tonificando il derma.
– per mantenere a lungo gli effetti dei filler a base di collagene.
– per la salute delle gengive

La presenza di specifici recettori per l’Acido Ialuronico su tutte le cellule lo rende un importante regolatore delle funzioni cellulari e di quelle dei tessuti. Le principali differenze nell’attività biologica sono imputabili al suo peso molecolare. Un peso molecolare inferiore ai 500.000 daltons sembra essere il limite sotto al quale l’Acido Ialuronico non sarebbe in grado di svolgere le proprietà biologiche ad esso attribuibili. Semplificando, l’Acido Ialuronico di grosse dimensioni è il migliore per ottenere benefici per il benessere dell’organismo. Frammenti di Acido Ialuronico a basso peso molecolare non sono in grado di legarsi ai recettori specifici delle membrane cellulari che, al contrario, riconoscono solo l’Acido Ialuronico ad elevato peso molecolare.

L’Acido Ialuronico viene prodotto in modo naturale dal nostro corpo in quanto costituente del fluido sinoviale.

Quando invecchiamo, i livelli di Acido Ialuronico presenti nella matrice extracellulare decrescono in maniera progressiva, per tale motivo diviene sempre più difficoltoso approvigionare l’organismo in maniera adeguata e continuativa. In presenza di osteoartrite, la cartilagine e le altre strutture dell’articolazione iniziano a sfaldarsi. In alcune persone, una lieve infiammazione può provocare una cospicua perdita di Acido Ialuronico e conseguente perdita delle sue proprietà lubrificanti. Le articolazioni divengono rigide e il movimento provoca dolore.

L’integrazione di Acido Ialuronico permette di ripristinare l’adeguata lubrificazione delle articolazioni.

E’ in grado di aiutare in una varietà di affezioni: acne, acufeni, allergie, alzheimer, asma e problemi respiratori, cefalea, colesterolo, cirrosi, diabete e alterazioni endocrine, affaticamento, stanchezza, depressione, insonnia, intossicazione da metalli pesanti, parkinson, problemi cardiovascolari, circolatori e digestivi, problemi oculari, epidermici e muscolari, artrosi, osteoporosi, remuatismi…

E’ nel 1957 che un chimico ricercatore della CNRS (un istituto di ricerca scientifica francese), si interessò al cosiddetto “Silanolen”. Prima di lui, già Pasteur aveva scoperto l’importanza del silicio per la salute, ma è stato quest’ultimo a ricercare formule di silicio organico facilmente assimilabili dell’organismo umano.
Norbert Duffaut constatò che sulla superficie di determinati grani di sabbia, alcuni micro-organismi scioglievano il silicio con l’aiuto di acidi organici, producendo così una sottile patina di acido siliceo, solubile in acqua e, com’è stato dimostrato, facilmente assimilabile dall’uomo.

Sono stati necessari quasi 30 anni per sviluppare una formula che gli permettesse di produrre il silicio organico, che ha dato risultati sorprendenti nel trattamento dell’artrosi e di altre malattie reumatiche.

La sua scoperta conferma l’efficacia di un trattamento molto conosciuto in Marocco, tramandato dall’antichità, che consiste nel farsi coprire di sabbia calda fino al collo 30 minuti al giorno per due settimane, per alleviare i dolori reumatici.
Una delle sorprendenti caratteristiche del silicio organico è in effetti quella di essere assimilato molto facilmente dalla pelle (assunzione per compresse oppure applicazione locale).

La convinzione della medicina ufficiale è che l’artrosi sia irreversibile e che non si possa fare altro che tentare di rallentarne lo sviluppo. Questa prospettiva non ci fa certo piacere. Se sapessimo come si compie il processo, allora sarebbe più facile trovare una soluzione.

Innanzitutto guardiamo com’è fatta la cartilagine.

L’essenziale è… acqua. Il 65-75% della cartilagine è acqua. Il resto è costituito da collagene e glicoproteine, composte principalmente da polisaccaridi ed in particolare da solfati di codrina. Si tratta di grosse molecole composte da zucchero e proteine, che formano il tessuto nel quale circola il liquido.
La cartilagine si compone di condrociti (cellule della cartilagine), i cui compiti sono quelli di far si che ci sia sempre cartilagine a sufficienza e purificare il tessuto dal collagene vecchio e dalle glicoproteine.
La causa dell’artrosi non è conosciuta esattamente. Si presume che sia legata all’avanzare dell’età, ai frequenti traumi e all’alimentazione.

Affinché la nostra cartilagine venga sempre rinnovata, abbiamo bisogno di un elemento fondamentale: il Silicio. Il silicio rappresenta il 27,7% della crosta terrestre, quindi dopo l’ossigeno è il suo elemento principale.

Quanto più invecchiamo, tanto più difficile diventa per il nostro organismo assimilare il silicio. A peggiorare la situazione si aggiunge l’alimentazione moderna, molto povera di questo elemento importante.

Un rimedio impiegato in fitoterapia è l’assunzione di Equiseto. Lo stesso vale per l’estratto di Bambù. Sfortunatamente con l’avanzare dell’età, il nostro stomaco produce sempre meno acidi necessari per l’assimilazione del silicio. Il silicio, assunto tramite l’alimentazione, viene assorbito sempre meno, ecco perchè invecchiando soffriamo tutti della sua carenza.

Tuttavia il silicio è indispensabile per la sintesi delle fibre di collagene presente nella cartilagine. La carenza di silicio riduce il collagene, che è l’elemento che mantiene unite le molecole della nostra cartilagine.

I traumi ripetuti e l’alimentazione concause delle infiammazioni alle articolazioni.
Se si fa un salto da una certa altezza alcune articolazioni possono subire una pressione di quasi una tonnellata! Quanto più si pesa, tanto più grave è la conseguenza. Questa è la ragione per la quale se si soffre di artrosi è necessario perdere peso. In alcuni casi la cartilagine diventa fragile e viene sostituita da un’ossificazione che non ha però la stessa flessibilità.
La moderna alimentazione industriale ha la tendenza a produrre un eccesso di acidi (acidosi), che portano ad una carenza di sali minerali e alla diminuzione del silicio.
Le tossine si accumulano nel nostro organismo ed ostacolano i processi di rigenerazione delle nostre articolazioni.

Determinati alimenti favoriscono la formazione di acidi urici molto dannosi per le articolazioni: cacao, carne rossa, derivati del latte, insaccati, zucchero.
L’ideale sarebbe aumentare la quantità di alimenti ricchi di silicio. E’ senza dubbio una buona prevenzione avere un’alimentazione ricca di questo elemento. Purtroppo ciò non basta per curare un’artrosi, poiché il silicio, come abbiamo visto, è difficile da assimilare ed è sempre meno assimilabile con l’avanzare dell’età.

Spesso ci si sveglia rigidi ed anchilosati. Le ragioni sono molteplici: la parte più spesso colpita è la cartilagine che si trova all’estremità delle ossa. Quando mangiamo del pollo, per esempio, abbiamo visto la parte molle, ma elastica nella quale mette il coltello per dividere l’ala o la coscia dal resto. Sembra una parte gommosa, leggermente trasparente.
L’elasticità della cartilagine è essenziale, poiché protegge le ossa delle nostre articolazione dai costanti mini-choc provocati dai movimenti che facilitano lo strofinamento di un osso contro l’altro. Se si osserva una cartilagine al microscopio, si noterà la somiglianza con una spugna. Finché l’articolazione non è sollecitata, è piena di liquido: non appena c’è un movimento o una pressione, il liquido scompare come se una spugna piena d’acqua venisse spremuta.
La peggior conseguenza è il dolore. Dico la peggiore, perché il dolore è sempre presente. Non appena scompare ha sempre paura che possa ritornare. Inoltre porta ad un circolo vizioso: il dolore compare molto spesso dopo attività fisiche e diminuisce nei momenti di riposo. La tentazione di fare sempre meno e di “risparmiarsi” fisicamente è forte. L’attività fisica è indispensabile per mantenere le articolazioni mobili!

Ci sono poi una serie di altri sintomi: infiammazioni, deformazioni, dolori articolari, sensazioni di tensione ed irrigidimento delle articolazioni. Questi sintomi potrebbero essere accompagnati da dolori e, a seconda dei casi, gli si attribuiscono nomi diversi. Ciò che tuttavia si dovrebbe ricordare è che con molta probabilità le cartilagini sono sottoposte ad un processo degenerativo.

Le parti del corpo maggiormente colpite sono le ginocchia, i fianchi, la zona lombare e cervicale e le mani.

Nella maggior parte dei casi il nostro medico ci prescriverà un antidolorifico o un antinfiammatorio (o entrambi). In alcuni casi è necessario fare ricorso a medicine a base di cortisone.
Questi farmaci alleviano i dolori, ma spesso sono accompagnati da complicazioni a causa dei loro effetti collaterali: problemi digestivi, osteoporosi o persino osteonecrosi ed infezioni. In questo modo si arriva ad una situazione paradossale: deve prendere altre medicine, per trattare gli effetti collaterali provocate dall’utilizzo di farmaci precedenti!

LA SILICE ORGANICA non presenta tossicità, è in grado di attraversare il derma diffondendosi nell’organismo, non interferisce con alcuna terapia, non provoca effetti collaterali.

INDICAZIONI:
• artrosi, artrite
• osteoporosi
• fratture ossee
• tendinite
• invecchiamento pelle, capelli e unghie
• affezioni infiammatorie
• prevenzione disturbi coronarici
• psoiiasi
• ferite, ulcerazioni e alle del cavo superiore
• accelera i processi di cicatrizzazione
• varici
• affezioni epatiche
• cefalee ed emicranie
• ipertensione
• radioprotezione

 

Le malattie reumatiche colpiscono circa una persona su dieci. In Italia 5.500.000 persone sono affette da queste malattie. Al primo posto sono le artrosi (3.900.000), seguite dai reumatismi muscolari (700.000), dalle spondiloentesartriti, fra le quali troviamo: la spondilite anchilosante, l’artrite psoriasica, le entero-artriti, ecc (480.000), dall’artrite reumatoide (300.000), dalla gotta (100.000), dalle connettiviti fra cui: il lupus, la sclerodermia, ecc: (35.000) e da altre malattie reumatiche meno frequenti.

Le M.A.R.I.C.A. (Artrite Reumatoide, Artrite psoriasica, Lupus Eritematoso Sistemico, Sclerodermia, Dermatomiosite, la sindrome di Sjiogren, la patologia autoimmune in gravidanza, le Vasculiti e altre malattie “rare”, inclusa la fibromialgia) rappresentano gravi, diffuse e spesso invalidanti malattie sociali. Non di rado banalizzate e ridotte “a disturbi reumatici” esse, invece, meritano molta più attenzione da parte sia dei ricercatori (le loro cause rimangono tuttora sconosciute) che delle istituzioni (il loro impatto sulla qualità della vita è ancora troppo trascurato).

Nonostante l’ampia e multiforme modalità di insorgenza e di distribuzione dei disturbi ad esse associate, le malattie reumatiche sono accomunate dal coinvolgimento selettivo del tessuto connettivo e, in particolare, della matrice extracellulare, che diviene preda di un processo disreattivo di tipo infiammatorio, afinalistico, in grado di automantenersi, indipendentemente dallo stimolo primario che lo ha generato e al di là delle capacità di controllo da parte del sistema immunitario. La natura ubiquitaria della matrice extracellulare rende ragione del carattere generalmente sistemico di queste patologie che, quindi, possono colpire qualsiasi organo o distretto, dalla pelle alle ossa, dal cuore ai reni.

Studi recenti hanno messo in evidenza che le malattie reumatiche sono associate al cosiddetto “stress ossidativo”, un fattore emergente di rischio per la salute, causato dalla rottura del fisiologico equilibrio fra la produzione e l’eliminazione, da parte dei sistemi di difesa antiossidante, dei “famigerati” radicali liberi dell’ossigeno. Infatti, il danno a livello dei delicati componenti della matrice extracellulare che si osserva in queste patologie avviene proprio attraverso il rilascio di abnormi quantità di sostanze ossidanti.

Rispetto al passato, oggi è possibile misurare il livello di stress ossidativo, grazie all’esecuzione di semplici test di laboratorio eseguibili su un piccolo prelievo di sangue. Fra tali test, il d-ROMs test si è dimostrato particolarmente valido nell’individuare una condizione di stress ossidativo associata a malattie reumatiche di una certa gravità, quale l’artrite reumatoide, e nel monitorare l’efficacia di trattamenti fisici e/o farmacologici.

La documentata presenza di un’alterazione del bilancio ossidativo in un paziente reumatico può fornire al medico un’evidenza scientifica incontestabile sulla cui base associare alla terapia di base, un’integrazione antiossidante mirata.

In tale contesto, l’assunzione di formulazioni naturali antiossidanti a base di Deutrosulfazyme® [Cellfood®], ad azione selettiva sulla matrice extracellulare, può risultare particolarmente utile come misura coadiuvante nel migliorare la sintomatologia e la qualità della vita dei pazienti affetti da patologie reumatiche, come recentemente dimostrato nella sindrome fibromialgica.