Programma Antimicotico Detossificante

 Il Programma Antimicotico Detossificante è mirato a ristabilire l’eubiosi intestinale e l’omeostasi dell’intero organismo contrastando l’infezione di funghi patogeni opportunisti, simbionti in condizioni fisiologiche, come la Candida albicans.

Lo stile di vita occidentale, caratterizzato da forte stress e ritmi frenetici, cattiva alimentazione, abuso delle terapie farmacologiche, scarsa attività fisica e ambiente fortemente inquinato, è la causa principale delle malattie cronico-degenerative e di tutto ciò che comportano, accomunate da un unico fattore: l’infezione micotica che altera l’omeostasi dell’organismo.  

Alterazioni del sistema immunitario, malattie metaboliche come diabete, trattamenti farmacologici per lunghi periodi (antibiotici, cortisoni e immunosoppressori) stress e scorretto regime alimentare caratterizzato da eccessivo consumo di zuccheri semplici, lieviti industriali e prodotti raffinati, sono importanti fattori predisponenti di infezione micotica sistemica.

I lieviti da Candida sono comunemente presenti nel cavo orale e nell’intestino degli esseri umani e la loro crescita è normalmente limitata dal sistema immunitario e da altri microrganismi che occupano le stesse nicchie nell’organismo. È in grado di produrre fino a 80 diversi tipi di tossine (tra le più importanti e dannose ricordiamo l’ammoniaca, l’acetaldeide, l’acido tartarico e numerose aflatossine) e, a partire da un’infezione locale a livello intestinale, può arrivare ad infestare vari distretti corporei, sviluppando un’infezione sistemica nota come candidemia che si verifica con l’ingresso delle micotossine nel flusso sanguigno.

Le micotossine prodotte da funghi patogeni provocano infiammazione della mucosa intestinale, impedendo all’organismo di assorbire correttamente i nutrienti (sindrome da malassorbimento) e causando un’alterazione della permeabilità intestinale (Leaky Gut Syndrome), della composizione del microbiota (disbiosi) e iperattivazione del sistema immunitario (autoimmunità e ipersensibilità).

Inoltre, attraverso il flusso ematico arrivano al fegato dove si accumulano, abbassando la barriera antiossidante (riduzione del livello di GSH), innalzando il livello delle transaminasi (ALT e AST) e alterando il flusso biliare (malassorbimento dei grassi che si traduce in feci poco formate e ricche di muco).

Non da meno, attraverso l’intestino, queste tossine possono andare ad interferire con la funzionalità del Sistema Neurovegetativo e provocare sintomi comuni quali insonnia, stanchezza cronica, irritabilità, mal di testa e depressione.

Prima di impostare una qualsiasi terapia, sia farmacologica che con l’impiego di adiuvanti fito e micoterapici naturali, iniziare un Programma Antimicotico Detossificante rappresenta una premessa indispensabile per migliorare e/o sinergizzare la terapia stessa: i farmaci impiegati per contrastare le infezioni micotiche e le patologie infiammatorie associate sono degli immunosoppressori che favoriscono la proliferazione della candida e di altri patogeni fungini, essi stessi causa di una condizione di immunodepressione (con attivazione del pattern TH2 pro-infiammatorio), creando un circolo vizioso sinergico che favorisce una proliferazione di carattere sistemico.

enzimi alimentari

Probabilmente non è stato sottolineato ancora abbastanza quanto proteine non digerite e altre proteine nella forma di virus, lieviti e batteri che penetrano le pareti intestinali siano potenzialmente tossici per l’intero sistema organico.

Gli allergeni possono semplicemente entrare in circolo insieme all’aria che respiriamo. Essi si “attaccano” alle molecole di proteine mal digerite che vengono assorbite nel flusso sanguigno.

Tutte questo si traduce in un bombardamento proteico continuo che risulta in una aumentata richiesta dell’enzima Proteasi e in una pressione a carico del sistema immunitario.

Gli enzimi svolgono l’importantissimo compito di digerire queste molecole proteiche consentendo la normale eliminazione degli allergeni attraverso il flusso linfatico.

Un esempio abbastanza diffuso è la Candida albicans, un lievito che si trova normalmente nel tratto intestinale e nelle aree vaginali di animali e umani, ma può facilmente prendere il sopravvento se l’organismo (particolarmente il sistema immunitario) è indebolito.

La Candida è anch’essa un corpo proteico e può cambiare forma nell’intestino, restando nella forma lievitofungo ed entrando in circolazione oppure può sviluppare una struttura radicale che penetra letteralmente gli intestini lasciando un’ampia apertura per tutti gli altri batteri, antigeni e proteine non digerite circolanti.

Queste sostanze sono la causa principale delle sintomatologie più varie, dai fenomeni allergici a stati di ansia, sensazione di fatica, disturbi digestivi, vaginiti, cistiti, problemi mestruali ed emicranie. Questa è anche la ragione per cui l’approccio usato nelle allergie è utilizzato anche per combattere la Candidosi.

Fermenti, lieviti e la maggior parte degli antigeni, essendo corpi proteici, possono essere eliminati associando alla dieta una supplementazione con enzimi alimentari. Così facendo si vanno a nutrire le cellule dei globuli bianchi con conseguente aumento del potenziale immunitario.

Un approccio efficace per la candidosi, le allergie e qualsiasi altro problema sistematico è di consumare enzimi alimentari vegetali tra un pasto e l’altro.

Questo per aumentare l’attività enzimatica a livello di tratto digerente e flusso sanguigno. Inoltre anche l’uso del lactobacillus Acidophilus aiuterà a tenere sotto controllo il diffondersi di lieviti e parassiti nell’intestino nutrendo contemporaneamente il sistema immunitario.


Strategie di depurazione e micoterapia
Elena Renier, BSc (Hons) BA (Hons) MNIMH, Comitato Scientifico IMI

 

Esistono c.100.000 specie di funghi diverse, suddivise in due categorie:
1- macro-funghi che comprendono funghi per uso alimentare
2- micro-funghi che comprendono lieviti e muffe.

Avendo un’alimentazione eterotrofa, non essendo cioè capaci di produrre le sostanze di cui necessitano, si avvicinano di più agli animali che alle piante. A differenza di quest’ultime, i funghi hanno la parete cellulare costituita da glucani differenziati (beta-glucani prevalentemente non-cellulosici) e dal polisaccaride chitina, la quale è presente anche nell’esoscheletro degli artropodi.

Riguardo ai polisaccaridi di riserva, i funghi possono accumulare analogamente agli animali, il glicogeno, mentre i vegetali utilizzano l’amido. I funghi sono privi di clorofilla e si nutrono di organismi ricchi di carboidrati, minerali, vitamine e proteine. In simbiosi con l’organismo umano vivono funghi, il cui sostentamento è simile alla nutrizione umana.

In condizione di omeostasi, la microflora dell’intestino umano contiene fino a circa 400 commensali microbici, per circa l’85% sani e 15% considerati nocivi. Tra i commensali che in moderazione svolgono un ruolo utile, citiamo i lieviti comuni delle specie Candida: C.albicans, C.tropicalis, C.glabrata, C.krusei, C.guillermondi, C.dubliniensis e C.zeylanoides e i batteri utili, come, ad esempio, i Lactobacilli: L.fermentum e L.acidophilus, in grado di neutralizzare i lieviti e le candidosi in particolare.

Come disse Pasteur, “beviamo il 90% delle nostre malattie”, indicando che l’eccesso di microbi entra nel corpo attraverso la cavità orale, mangiando e respirando. La Candida assieme al resto della microflora sana, in quantità moderate, modula elementi del sistema immunitario intestinale ad azione pro-infiammatoria.
La Candida e il muco gastrointestinale, il quale si forma sullo strato epiteliale della mucosa e, in seguito all’erosione dei villi intestinali, sulla sottomucosa, provoca infiammazione, la quale, in eccesso, può contribuire a lesionare questi tessuti. I globuli bianchi, apportati dal flusso sanguigno, reagiscono agli agenti patogeni e ai radicali liberi per neutralizzarli, aumentando il pus che forma muco nel tentativo di guarire i tessuti cellulari lesionati neutralizzano tossine e radicali liberi, purché nel corpo esistano quantità adeguate di aminoacidi, vitamine, sali minerali, enzimi, oligoelementi e carboidrati grezzi, come quelli contenuti nei funghi, cioè i polisaccaridi, tra i quali i alfa-glucani e beta-glucani, le glicoproteine e i triterpeni. Tali polisaccaridi soffrono un’attività farmacologica analoga ai Biological Response Modifers (BRM), ben nota dai sistemi medici oprientali moderni e antichi di Cina, Giappone e Tibet.

Recentemente gli USA e l’Europa hanno cominciato ad utilizzare estratti concentrati di funghi medicinali titolati in beta-glucani per i casi di immunosoppressione e di candidosi cronica. I beta-glucani stimolano l’immunità, legandosi a ricettori sulla superficie di granulociti, monociti, macrofagi e cellule dendritiche, attivando così la risposta immunitaria innata aspecifica e di conseguenza anche quella specifica. Attivando la risposta immunitaria innata per affrontare micosi e altre infezioni, i beta-glucani riportano le citochine Th2 iperattive a uno stato di omeostasi Th1/Th2, riducendo l’infiammazione e neutralizzando i radicali liberi.

Funghi particolarmente adatti a regolare la bilancia immunitaria e le infezioni sono l’Agaricus Blazei Murrill, il Reishi e il Coriolus, sebbene tutti i funghi medicinali contengano beta-glucani e agiscano sul sistema immunitario con affinità più spiccate per organi e sistemi fisiologici specifici, ciò che la medicina tradizionale cinese (MTC) chiama organo-tropismo.

Internamente, l’eccesso di Candida, senza segni cutanei, va differenziata da casi rari di Cryptococcus (meningite fungina), oppure Aspergillus (aflatossine alimentari e muffe ambientali inalate), anche se la infezioni fungine possono coesistere. Ancor prima di manifestare segni di mughetto, la candidosi si cronicizza gradualmente a causa della deplezione nutrizionale, inclusi di molti antiossidanti endogeni come il glutatione, un potente antiossidante, essenziale per rendere biodisponibili e attive nel corpo altre sostanze come il ferro e le vitamine C ed E. Le micosi del corpo umano già in fase di cronicità avanzata facilmente identificabili. Manifestandosi sotto forma di “mughetto”, muffa a tutti gli effetti, la Candida è visibile sulle mucose della bocca e sulla superficie cutanea dello scalpo, delle pieghe inguinali, delle ascelle, delle braccia, dietro alle ginocchia e sotto il seno, dove si può confondere e coesistere con altre micosi comuni: Pityriasis versicolor, Tinea corporis, Tinea cruris e Tinea pedis.

La candidosi cronica può essere la causa oppure la conseguenza di fattori stressogeni sia psicologici che fisiologici, i quali si possono manifestarsi nei punti più vulnerabili della costituzione innata dell’individuo ed essere scatenati da fattori ambientali, spesso dovuti ad abitudini scorrette che, in combinazione tassano il sistema immunitario. La candidosi e lo stress cronici affiggono i tessuti epiteliali del cuoio capelluto, della pelle e delle unghie assieme a tutti i tessuti epiteliali che proteggono le membrane delle mucose gastrointestinali e delle membrane neuronali, perché i tessuti nervosi e tegumentari si formano dallo stesso ectoderma embrionale durante la gestazione.

I funghi Reishi ed Hericium agiscono allo stesso tempo sui tessuti epiteliali di tutte le mucose fisiologiche e del sistema nervoso. Il Reishi contiene adenosina, sostanza ad azione spasmolitica importante per l’intero sistema digestivo e per il rilassamento nervoso e i suoi polisaccaridi risparmiano il cortisolo, aumentando la capacità di affrontare lo stress fisiologico e regolando l’attività antimicrobica delle ghiandole sebacee. Mentre il fungo Hericium, ricco di ericenoni agisce sulla rigenerazione della mielina delle membrane nervose, partendo dall’area centrale cerebrale e dalla spina dorsale, fino alle diramazioni dei plessi nervosi enterici e cutanei. La varietà delle presentazioni cliniche della candidosi non è sempre facilmente riconducibile a una sola area deficitaria ai fini terapeutici. Per questo, è indispensabile prendere in considerazione le abitudini alimentari, lo stile di vita e le condizioni ambientali, oltre ad utilizzare questionari analitici e test di conferma.
L’alimentazione raffinata moderna è sovraccarica di zuccheri, carboidrati, alcolici e lieviti lavorati industrialmente che apportano calorie “vuote”, sostanze prive di valore nutrizionale e tossine “acidificanti” che producono radicali liberi in quantità difficili da smaltire attraverso i meccanismi d’eliminazione fisiologici. L’acidosi sostenuta e l’ossidazione favoriscono l’espansione di pseudo-ife e pseudo-miceti della Candida, la quale si nutre dei metaboliti dei processi infiammatori che contribuiscono a stimolare la formazione di muco nelle pareti epiteliali delle mucose delle membrane gastrointestinali, provocando malassorbimento e malnutrizione, e sulla mielina delle membrane neuronali, ostacolando, parzialmente o totalmente la neurotrasmissione.

La Candida produce ottanta micotossine, tra cui l’acetaldide, la stessa tossina prodotta dall’alcol. Il sistema linfatico di tutta la parete intestinale è ricoperto dalle Placche di Peyer, con ricettori sulle membrane, le quali contribuiscono a neutralizzare i radicali liberi, provocati dall’alterazione dell’equilibrio acido-basico gastrointestinale, e quindi, dalla maggiore quantità di sostanze mal digerite, oltre che dalle micotossine. In particolare, le Placche di Peyer presenti nell’ileo nella sottomucosa e nella lamina propria, quando incontrano un antigene, si attivano, moltiplicandosi (sono presenti linfociti B e un pò di linfociti T e cellule M), iniziando processi autoimmuni.

La malnutrizione, il consumo d’alcolici, l’uso d’antibiotici, corticosteroidi e farmaci non steroidei, la pillola anticoncezionale, l’esposizione a sostanze chimiche e metalli pesanti: alluminio, arsenico, mercurio e piombo che si trovano nei pesticidi, nei residui di amalgama dentario e nelle vaccinazioni che inseriscono virus mutevoli prima di contrarli, danneggiano la microflora batterica, alterando il pH fisiologico, instaurando processi infiammatori cronici e aumentando la permeabilità delle mucose gastrointestinali, ciò che si definisce “Leaky Gut Syndrome”. Le tossine non filtrate dalle mucose gastrointestinali sono riassorbite nel flusso sanguigno, provocando reazioni autoimmuni e favorendo la proliferazione di miceti della Candida in tutto il corpo.

L’alimentazione contribuirebbe all’equilibrio delle mucose e dell’apparato gastrointestinale dalla bocca all’intestino retto, se l’apporto di vitamine, minerali, amminoacidi, acidi grassi e carboidrati di qualità nella dieta moderna fosse adeguato e se l’uso frequente d’antibiotici non esaurisse le poche risorse vitali. Altre misure per ridurre la tossicità che altera il pH sono l’esercizio fisico che favorisce l’ossigenazione muscolare, la qualità del sonno e il riposo, ridurre il consumo di carne, caffeina e nicotina, aumentare il consumo di verdure alcalinizzanti e consumare frutta povera di zuccheri in moderazione e lontano dai pasti. Esistono linee guida che indicano se i cibi sono alcalini, neutri oppure acidi da valutare nell’equilibrio complessivo di ogni dieta, considerando aspetti di biodisponibilità di ogni alimento e aspetti riguardanti l’equilibrio della flora batterica che varia da persona a persona.

Per gestire la proliferazione incontrollata di candidosi, è essenziale iniziare a inserire nelle abitudini alimentari cibi idonei, seguendo una dieta ricca di cibi genuini, integrali e provenienti da coltivazioni biologiche, prive di pesticidi, ad alta densità nutrizionale.

La sostituzione alimentare di carboidrati raffinati, i formaggi stagionati, muffe, lieviti e alcolici dovrebbe avere l’accortezza di non privare la persona affetta da candidosi, solitamente già carente di sostanze nutritive, di una dieta varia, equilibrata e piacevole, adatta sia alla condizione della flora intestinale, sia ai gusti e alle abitudini personali, spesso dettati da aspetti relativi alla cultura individuale.

Per ottenere la massima efficacia, la micoterapia dovrebbe seguire un programma di depurazione del fegato, delle vie biliari, urinarie e linfatiche, con strategie per neutralizzare l’infiammazione e i danni sistemici prodotti dai radicali liberi delle micotossine e dell’acidosi. In tutti i casi, le strategie di disintossicazione devono essere graduali e agire in profondità, in tempi consoni ai ritmi fisiologici dell’individuo, riducendo al minimo le crisi di guarigione, provocate dalla rimozione delle micotossine. Gli estratti di Cardo mariano, titolato in silimarina, e di Curcuma, titolata in curcuminoidi, aumentano la produzione endogena degli antiossidanti glutatione ed enzima superossidodismutasi (SOD), riducendo l’infiammazione causata dal fattore NK-FB, correlato alla rigenerazione e alla riparazione dei tessuti cellulari danneggiati dall’acetaldeide, la principale tossina nella candidosi. È importante assumere fitopreparati che aumentino la secrezione e il flusso biliare, dal fegato alla colecisti, favorendo l’eliminazione di colesterolo e accumuli di acidi grassi, contenenti anche le micotossine, migliorando così la peristalsi intestinale, e fitopreparati che stimolino la diuresi per risolvere cistiti ricorrenti, spesso associate a candidosi. Composti di piante medicinali, come, ad esempio, le foglie di Carciofo e le foglie e la radice del Tarassaco, facilitano l’espulsione delle micotossine liposolubili trasportate nella bile e dei residui idrosolubili nell’urina. La Curcuma è utile anche per depurare il sistema linfatico che trasporta i residui microbici sia dalla circolazione sanguigna, sia dalla superficie cutanea, attraverso una intricata rete di linfonodi.

In un secondo momento, la depurazione graduale delle vie fisiologiche d’eliminazione deve essere accompagnata dall’integrazione della microflora batterica con fermenti e funghi adatti. La flora batterica intestinale della maggioranza delle persone è di circa 5kg e svolge la funzione di produrre vitamine B e di aumentare la biodisponibilità di calcio, magnesio e ferro. La microflora debellata deve essere totalmente reintegrata con probiotici solamente in seguito a somministrazione antibiotica, mentre in tutti gli altri i casi possono essere sufficienti i prebiotici.

Assieme ai probiotici Lactobacilli, sono consigliabili i frutto-oligo-saccaridi (FOS), fibre presenti in frutta e verdura, indigeribili per il corpo umano ma indispensabili per la microflora. Altri FOS alimentari reperibili sono l’inulina presente in mirtilli, tuberi, cicoria, cipolle, aglio e carciofi. Prebiotici ineguagliati sono presenti negli enzimi attivi dei funghi salutari in toto, principalmente le laccasi delle specie di Hericium, Reishi e le specie di Pleurotus e Shiitake. Questi funghi salutari devono provenire da coltivazioni biologiche controllate per essere benefici e offrire, quindi, una vasta gamma di polisaccaridi ed enzimi attivi e differenziati, normalmente assenti nell’alimentazione. La micoterapia svolge attività prebiotiche per la presenza d’enzimi antiossidanti e antimicrobici, capaci, oltretutto, di regolare la produzione di antigeni sulle mucose gastrointestinali e di alleviare le complicazioni della candidosi, degenerate in sindromi autoimmuni e malattie croniche degenerative. La disintossicazione linfatica può essere coadiuvata anche dal fungo Polyporus, il quale è preferibile alla Curcuma nei casi d’occlusione parziale o totale delle vie biliari.

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IL LAPACHO, TINTURA MADRE SPAGIRICA: un valido aiuto per candidosi, disbiosi intestinale, intolleranze alimentari e allergie.

(fonte: Laboratorio Di Leo)

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Il Lapacho è un albero sempreverde originario delle foreste pluviali, ma predilige regioni più fresche, come le montagne del Paraguay, Argentina, Brasile e le zone montagnose della Bolivia e del Perù.

Gli indigeni sudamericani e gli Incas lo hanno usato per migliaia di anni, considerandolo una vera e propria panacea per trattare una grande varietà di patologie, che andavano dalla dissenteria, alla febbre, ai morsi di serpente e anche per curare certi tipi di tumore. Utile in presenza di funghi, micosi, candidodisi, muffe, aiuta contro i radicali liberi, le affezioni della pelle, psoriasi, herpes, e rafforza il sistema immunitario.

Il Lapacho è una delle migliori piante per la purificazione dell’organismo, per ottimizzare e rinforzare l’importante funzionamento sia del sistema linfatico che del sistema immunitario.

Il Lapacho appartiene alla famiglia delle Bignoniacee. Si tratta di alberi lignei di medie e grandi dimensioni, con tronchi molto robusti. I fiori sono gialli con varietà rosa, rossi, purpurei; il frutto è una lunga capsula legnosa con all’interno dei semi alati; nei vasi è contenuta una polvere gialla (lapacholo). Il Lapacho è anche noto col nome portoghese di PAU D’ARCO, che significa “bastone per archi” e con altri nomi comuni (popolari) quali ipe roxo, tecoma curialis. Le specie più usate a livello terapeutico sono la Tabebuia impetiginosa, la Tabebuia heptaphylla e la Tabebuia avellanedea.

COSTITUENTI ATTIVI

La parte interna della corteccia (floema) è quella che dà i risultati terapeutici migliori. I costituenti principali di questa pianta sono 18 chinoni che comprendono sia naflachinoni (fattori-N) che antrachinoni (fattori-A). Tra i naflachinoni troviamo il lapacholo, il lapachone e lo xiloidone con azione battericida e flingicida. Il lapacholo fu isolato dal ricercatore E.Paterno nel 1884 e manifesta una elevata attività antivirale contro l’Herpes simplex di tipo I e Il e parecchi virus influenzali; interviene anche nelle ulcere peptiche e gastriti indotte da stress.

Altri componenti sono la quercetina, il lapachenolo, il carnosolo, gli indoli, il coenzima Q, alcaloidi come tecomina, acidi idrossibenzoici e saponine steroidee. L’acido tannico è utile contro le affezioni del cavo orale. La quercetina è un bioflavonoide con elevata azione antinfiammatoria ed ha un’elevata attività come inibitore del rilascio di istamina nei confronti delle cellule esposte ad allergeni Altri composti sono la vanillina, l’acido vanillico (ac. 4-idrossimetossibenzoico), composto antinfiammatorio topico e inibitore della tirosinasi, l’ac. Veratrico (ac. 3,4- dimetossibenzoico) e la verataldeide, con una debole attività di stimolatore della fagocitosi dei granulociti e una notevole attività di stimolazione dei linfociti. Molteplici sono i campi di azione del Lapacho.

La forma migliore di estrazione dei principi attivi delle piante è la Tintura Madre Spagirica. I rimedi spagirici sono diversi dalle tinture, dai decotti e dalle tisane. La preparazione spagirica apre la pianta e reintegra i vari componenti dopo un processo di separazione e di purificazione. Le qualità di una tintura spagirica vanno ben al di là delle prescrizioni generiche di una pianta, poiché con delle manipolazioni particolari vengono messe in evidenza qualità latenti, maggiormente esaltate rispetto ad un procedimento normale. Per esempio, una tintura spagirica è ricca dei sali della pianta dato che essa viene calcinata e le ceneri aggiunte al preparato.

Il fondamento essenziale è che ogni preparazione spagirica contiene al massimo grado le forze guaritrici della pianta o delle piante usate.

Il termine SPAGIRIA viene dal greco e la reale etimologia della parola vuol dire “sapere estrarre da un ente i doni divini”, in altri termini significa sapere estrarre, usando un termine dell’alchimia medievale, gli ARCANA dagli individui di natura, la loro parte più sottile, le forze archetipiche, le energie divine che li sostengono. Le piante non sono quindi solo portatrici di “principi attivi” ma “simbolo” di una o più finzioni planetarie e potenzialità zodiacali e come tale sono l’espressione materiale di determinate forze che hanno concorso a formare la pianta e tutti i suoi costituenti in modo globale. Le preparazioni spagiriche migliorano con il passare del tempo. Non ci sono problemi, come con tanti rimedi omeopatici che non possono essere assunti con menta, canfora, caffè, ecc.

La SPAGIRIA è una medicina energetica dolce senza controindicazioni perché agisce in profondità senza presentare alcun fenomeno di aggravamento o di recrudescenza. La posologia in genere è di 7 gocce per una, due o tre volte al giorno, da assumere direttamente in bocca o in acqua o in tisana, preferibilmente prima dei pasti. In alcuni casi si può arrivare a 14 o 21 gocce per 3 volte al giorno.

Il ritmo di assunzione è importante come pure è importante il momento del contatto e l’inizio della cura. In linea generale con i rimedi che servono per drenare e disintossicare l’organismo è consigliabile iniziare la tempia in luna calante; con i rimedi volti a potenziare, dare tono ed energia all’organismo, va meglio la luna crescente. I rimedi spagirici hanno palesi risultati positivi sull’organismo perché agiscono su più piani. Essendo rimedi essenzialmente basati sulla liberazione e purificazione dell’energia latente degli archetipi presenti nelle erbe hanno influenza sul piano psichico (emotivo e mentale), sul piano energetico e quindi, curando la causa dei disturbi, sul piano fisico. Il Lapacho rientra in molti schemi di fitoterapia per il trattamento dell’affaticamento cronico, delle allergie e delle affezioni micotiche.

L’uso del Lapacho nella terapia per la sindrome allergica e micotica risale al 1983; si trattava di un soggetto che manifestava un’ipersensibilità ai prodotti chimici e a varie specie fungine con conseguenze a livello celebrale da essere costretto a rimanere in casa. L’uso del Lapacho permise una notevole riduzione delle sue manifestazioni allergiche. Nei soggetti con manifestazioni micotiche accade spesso che nella prima fase di terapia si abbia una riacutizzazione dei sintomi che poi scompaiono dopo un certo periodo di tempo.

Questo problema è dovuto alla presenza di cellule morte che si riversano nella circolazione sanguigna dando manifestazioni di tipo allergico. Dai vari studi si è potuto dedurre che i soggetti che si sottoponevano a terapia col Lapacho via via diventavano più resistenti agli agenti chimici, alle allergie alimentari e agli attacchi fungini; si assisteva anche a una diminuzione delle eruzioni cutanee e delle micosi a livello delle unghie. È comunque importante tener presente che il processo di guarigione è graduale e richiede molti mesi. Il problema delle micosi oltre ad essere collegato a persone con sindromi allergiche, riguarda anche quelle persone affette da immunodeficienze, diabete mellito, oppure persone che hanno subito trattamenti con farmaci immunosoppressori (antibiotici e glucosteroidi) e anche donne che fanno uso della pillola anticoncezionale.

E’ noto che l’uso dei cateteri intravenosi, gli antibiotici, la chemioterapia e livelli elevati di zucchero nel sangue offrono le condizioni favorevoli per la diffusione della infezione da Candida. La Candida è appunto un fungo patogeno in quei soggetti che presentano carenze di neutrofili (che sono i globuli bianchi reputati a fagocitare appunto gli agenti patogeni); oppure in quei soggetti affetti da carenza di linfociti T; spesso si hanno Candidosi disseminate o localizzate in quei soggetti che pur avendo un numero di Linfociti T nella norma presentano un mal funzionamento nella loro reattività.

Il Lapacho rientra nella terapia micotica proprio per la sua capacità di stimolare e reintegrare il sistema immunitario.

La Candida albicans è la primaria causa di fenomeni allergici e intolleranze I problemi causati da lieviti, muffe e funghi, sono estremamente diffusi; spesso sono sottovalutati, talvolta ignorati. La maggior parte delle persone colpite, infatti, non ne è consapevole. La Candida albicans è responsabile di tutta una serie di disturbi tra cui vaginiti e irritazioni cutanee. Se questo fungo riesce a moltiplicarsi, può provocare una serie lunga e complicata di sintomi, come cefalea, irritabilità, problemi digestivi, allergie e depressione e soprattutto allergie e intolleranze alimentari. Nei soggetti con un sistema immunitario seriamente compromesso i lieviti possono entrare nel flusso sanguigno e risultare nocivi. Purtroppo non è sempre facile individuare una proliferazione di lieviti. La Candida albicans si trova naturalmente nelle membrane mucose dei tratti gastrointestinale e genito-urinario e sulla pelle. Nel 99% di noi i lieviti iniziano a formarsi nel corpo dall’età di sei mesi.

La Candida condivide l’intestino insieme a miliardi di batteri “buoni” che svolgono molte funzioni necessarie, come quella di produrre vitamine e abbassare il colesterolo e con questi compete per spazio e nutrimento. Se abbiamo sufficiente flora intestinale, il nostro organismo riesce a mantenere sotto controllo i lieviti. In una persona sana il lievito Candida è presente in quantità limitate. Se la Candida inizia a dominare l’ambiente intestinale, i soggetti sviluppano sintomi caratteristici come bruciori di stomaco, flatulenza, meteorismo, prurito anale e vaginite. Con l’indebolimento delle difese immunitarie, la Candida e altri funghi estendono l’infezione a nuove parti del corpo, causando il piede d’atleta, infezioni sulla cute e sulle unghie. Sebbene i lieviti non possano invadere i tessuti del corpo direttamente come fanno batteri e virus, formano, come altri funghi, strutture simili a radici che penetrano nel rivestimento dell’intestino.

Il danno provocato permette alle proteine alimentari non del tutto digerite di entrare nel flusso sanguigno, il corpo le scambia per antigeni e risponde sviluppando una reazione allergica verso quel particolare alimento. Le persone affette da Candida sono spesso affette da varie intolleranze alimentari, una condizione che crea un circolo vizioso di soppressione di difese immunitarie, ulteriore sviluppo della Candida e di allergie. Con il progredire della candidosi, le cellule di lievito si attaccano alla superficie delle membrane mucose formando una colonia e trasformandosi in un micelio lanuginoso (simile alla muffa sul pane). Man mano che le radici penetrano nei tessuti in cerca di sostanze nutritive, i lieviti producono tossine che danneggiano i tessuti e provocano infiammazioni.

Quando i sottoprodotti tossici dell’infezione da lievito iniziano a circolare nel flusso sanguigno i sintomi si manifestano anche in parti distanti del corpo, provocando disturbi molto diversi tra loro come asma, sinusite, lupus, sindrome premestruale, persino calcoli renali. I sintomi dipendono dall’organo colpito dalle tossine, quindi un danno al cervello provoca confusione nei pensieri, mentre un danno alla pelle causa prurito e irritazioni. Quando il sistema immunitario è compromesso il corpo diventa ipersensibile a sostanze chimiche comuni come gas di scarico, profumi, pesticidi, additivi alimentari, anche se presenti in piccole quantità.

Nella così detta “candidosi” si riscontra un’ampia gamma di sintomi che si presentano in maniera più o meno accentuata quali artrite, asma, cistite, emicrania, cefalee, blocco delle giunture, meteorismo, gonfiore, colite spastica, afte, lesioni e eruzioni della pelle, stipsi cronica o diarrea, letargia, irregolarità ormonali, dolori muscolari cronici. A questi si aggiungono poi stati mentali ed emotivi quali ansia, depressione (molto diffusa), calo della memoria, irritabilità fino ad arrivare a casi estremi di schizofrenia. Purtroppo non è facile fare diagnosi di candidosi; l’esame più accurato che dà un 92% di riuscita è oggi il CEIA (Candid Sphere Enzyme Imniunoassay). Studi accurati hanno dimostrato che spesso la “sindrome da allergia totale” può avere origine da questo fungo.

Questa patologia si sta diffondendo largamente sotto il nome di “malattia del XXI SECOLO”, “sensibilità multipla agli agenti chimici” e “malattia ambientale”, e ne sono colpite soprattutto le donne (il 70-80% dei soggetti) e può presentare questa sintomatologia, più o meno evidente: affaticamento, intontimento, asma, ipersensibilità alle infezioni fungine, cefalea, mal d’orecchi, congestione mentale, mal di schiena, depressione, perdita della memoria a breve, difficoltà di apprendimento, raffreddori frequenti, disfunzioni del sistema immunitario, respiro corto, dolore alle giunture e ai muscoli, scoordinamento dei movimenti, emicrania, sonnolenza, eruzioni cutanee, spasmi, gonfiori dell’apparato digerente, stipsi, diarrea, indigestione, tachicardia, intolleranza al freddo, vertigini, capogiri, intolleranza all’alcool, visione sfocata. Si è dimostrato che le tossine della Candida producono all’interno dell’organismo molti sintomi che normalmente sono associati alla sindrome da allergia totale, per es., paralisi alle estremità, lesioni agli organi, edema, trasformazione a livello celebrale.

Gli allergologi stanno registrando un aumento di individui che non possono più indossare indumenti con fibre sintetiche, mangiare prodotti industriali, bere acqua dal rubinetto, tenere in mano un giornale, usare detersivi o detergenti, fino ai casi più gravi di non poter respirare senza l’ausilio della maschera; e si ipotizza che alla base di tutto ciò ci sia l’incapacità dell’organismo di difendersi dagli attacchi della Candida.

L’arma principale è l’alimentazione: Preferire cereali integrali; evitare lo zucchero, i carboidrati raffinati e le patate. Contro le voglie di dolci: mangiare alimenti ricchi di proteine come toffi al forno. I cibi da limitare sono: dolciumi, frutta secca e molto dolce, patate, funghi, ketchup, salsine varie industriali, tutti i superalcolici, cioccolato, caffè, formaggi fermentati, aceto. Nel 1985 si iniziò a parlare di “malfùnzionamento del sistema immunitario” (ISD: Immune System Dysregulation) racchiudendo così le disfunzioni immunologiche, sia rapide che graduali, dovute all’azione delle tossine della Candida.

Questo malfunzionamento riguarda soprattutto i linfociti T che possono essere ridotti come numero oppure mal funzionanti e come conseguenza anche i linfociti B (quelli che secernono anticorpi) hanno maggiori difficoltà a individuare le sostanze tossiche per l’organismo. Soggetti con candidosi vaginali presentano un soppressore linfocitario, la cui produzione sarebbe indotta dal fungo stesso, il quale veniva a ostacolare i linfociti T helper nella reazione contro il fungo. Anche nei soggetti con sindrome da affaticamento cronico si sono riscontrate riduzioni nel numero di linfociti T CD4+ (o linfociti T helper) i quali erano stati indotti a lasciare il flusso sanguigno e a incorporarsi nei tessuti forse in seguito a fattori neuroormonali o per esposizione a qualche agente infettivo. Il trasferimento di questi linfociti T dal flusso sanguigno ai tessuti potrebbe anche essere responsabile di alcuni sintomi della sindrome da affaticamento cronico, quali i dolori articolari e muscolari e la dolenza dei linfonodi proprio perché questi linfociti T helper all’interno dei tessuti rilasciano messaggeri chimici in grado di causare dolore e lievi infiammazioni. Poiché la maggior parte dei soggetti affetti da malattia ambientale, sindrome micotica e sindrome da affaticamento cronico manifestano gli stessi sintomi come affaticamento, diarrea o stipsi, si può ipotizzare che alla base di queste patologie vi sia lo stesso problema che riguarda i linfociti T, per cui un’attivazione del sistema immunitario potrebbe essere risolutiva.

Il Lapacho stimola le cellule del sistema inununitario note come macrofagi che svolgono un molo primario nella resistenza contro la Candida a fianco dei linfociti T e B. Soffrire di allergie ricorrenti o croniche diminuisce la qualità della vita e può limitare notevolmente le possibilità di scegliere un lavoro o uno sport, lo svago , e la vita sociale. Chi soffre di allergie o di intolleranze alimentari è in numerosissima compagnia. Alcune stime ipotizzano che, oltre il 15% degli italiani soffre di qualche forma di allergia o intolleranza e che il fenomeno tende ad aumentare.

Uno studio eseguito in Danimarca, ha evidenziato che le allergie sono raddoppiate in 10 anni. Tali disturbi, però, non sono affatto ineluttabili. Molto può essere fatto per prevenirli. Esistono numerosi approcci terapeutici, tra i quali la fitoterapia, per tornare a stare veramente bene, senza più dipendere esclusivamente dai farmaci, con il rischio di pesanti effetti collaterali.

Come si diventa intolleranti

Il sistema immunitario si trova in ogni parte del nostro corpo. Lo troviamo subito in bocca , tra le mucose e nella saliva. Poi più avanti nel tratto digestivo, lungo le pareti intestinali. Poi nella milza e in tutti gli organi depuratori. Soprattutto è presente in ogni goccia di sangue. Sembra persino che noi disponiamo di “antenne” speciali, collegate al nostro cuore e al sistema nervoso, grazie alle quali il semplice contatto di una sostanza può scatenare una reazione.

Il lavoro del sistema immunitario è, quindi, molto vario e sono diversi i fattori che possono intralciarlo:

  1. Sovraccarico di tossine
  2. Carenze di micronutrienti vitali
  3. Eccesso di lavoro in circostanze difficili.

Prendendo in considerazione il punto 3, quando c’è in atto un’infezione il sistema immunitario deve alzare la temperatura corporea per impedire il moltiplicarsi di virus e di batteri, deve cioè produrre un maggior numero di cellule “killer” predisposte a eliminare gli “invasori” dal nostro organismo per evitare l’intossicazione. Circostanze difficili sono soprattutto – rialzi febbrili – gastroenteriti acute – ferite o traumi , tra cui interventi chirurgici – terapie a base di cortisone – uso intensivo e prolungato di antibiotici – uso prolungato di antinfiammatori – parassitosi intestinali e candidosi – alcune infezioni virali – gravi e prolungati stress fisici o emotivi – disturbi digestivi in particolare pancreatici – intolleranze alimentari preesistenti e non curate. Il sistema immunitario è costituito da vari tipi di globuli bianchi (o leucociti) che hanno il compito di combattere e prevenire le infezioni. Vi sono due tipi di globuli bianchi: granulociti e agranulociti, caratterizzati dalla presenza o meno di granuli. I granulociti a seconda della colorazione assunta con l’uso di specifici coloranti si dividono in: eosinofili, basofili (mastociti) e neutrofili.

Ciascun tipo di granulocita partecipa in modo diverso ai meccanismi di difesa. Gli eosinofili neutralizzano l’istamina, i basofili la rilasciano e i neutrofili sono fagocitari in quanto ingeriscono batteri e altre sostanze estranee; producono anche lisozima, un enzima in grado di attaccare le cellule batteriche degradandone la parete cellulare. Linfociti e monociti sono sprovvisti di granuli; i linfociti sono direttamente coinvolti nelle difese immunitarie, mentre i monociti sono precursori delle cellule fagocitarie più potenti, i macrofagi.

Quando il sistema immunitario è pienamente impegnato è bene riposare e mangiare in modo estremamente leggero e digeribile anche dopo due settimane dalla scomparsa dei sintomi. Infatti, nei momenti di massima all’erta il sistema immunitario ha tutte le sue armi pronte e tende ad avventarsi anche su chi fino a quel momento era riconosciuto come un amico o una sostanza neutra. Il problema è che da quel momento in poi rimane “una memoria” del fatto, un po’ come il file in un computer: ogni volta che questa sostanza viene nuovamente introdotta nell’organismo il sistema immunitario è allertato. Se si tratta di un alimento che consumiamo quotidianamente, ciò costituisce un dispendio notevole di lavoro e di energia in quanto egli vive come se fossimo perennemente malati e produce sostanze infiammatorie, soprattutto istamina, che si diffondono facilmente in tutto il corpo. Questo surmenage può indebolirlo, per cui, nel tempo, non reagisce più a dovere alle vere situazioni di pericolo.

Ci sono una serie di alimenti con i quali il nostro sistema immunitario viene a contatto ogni giorno: latte e latticini, frumento nei vari prodotti da forno (pasta, pizza,biscotti, ecc.) pomodoro, carne suina, additivi alimentari, cioccolato. L’intolleranza si forma per questa concomitanza di fatti che portano ad uno stato di allerta continuativo. La terapia consiste proprio in questo: dare riposo al sistema immunitario. Gli bastano solitamente 3 giorni per riprendersi dalla sollecitazione e per accettare senza problemi la presenza della sostanza incriminata.

La differenza fra allergia e intolleranza è appunto questa: – nell’ALLERGIA la reazione si scatena entro pochi minuti dall’assunzione di un determinato alimento o gruppo di alimenti (da 2-3 minuti a 30-120 minuti) ed è mediata immunologicamente e i sintomi sono scatenati dall’assunzione anche di piccole quantità dell’alimento responsabile. L’organismo del soggetto allergico a contatto con la sostanza (per lui) nociva attiva le Immunoglobuline di tipo E (dette IgE), una classe di anticorpi in grado di legarsi alla superficie dei mastociti e dei basofili, particolari cellule ricche di istamina (sostanza utile a combattere l’elemento sconosciuto all’organismo). Alla base delle malattie allergiche, pertanto, vi è un’alterazione dei normali meccanismi di difesa, che tendono ad azionarsi nei confronti di sostanze giudicate pericolose, al contrario considerate innocue dalla maggior parte della popolazione. – nell’ INTOLLERANZA si ha una reazione legata alla quantità di alimenti non tollerati ingeriti e con un fenomeno di accumulo di “tossine” nell’organismo che provoca sintomi sovrapponibili a quelli dell’allergia ma che si differenziano in quanto non interessano il sistema immunitario. L’intolleranza è legata alla quantità di cibo assunta (dose-dipendente) ed è determinata da particolari molecole che sono farmacologicamente attive e che sono presenti negli alimenti, oppure per disfunzione dell’apparato digerente o delle catene enzimatiche.

CHE COSA È L’ ALLERGIA

L’allergia è un eccesso di reazione difensiva del nostro corpo ad una sostanza ( di origine vegetale, animale o chimica — nel caso di sostanze naturali si tratta quasi sempre di proteine) che “normalmente” è innocua. Il nostro organismo produce costantemente degli anticorpi (sostanze specificatamente preparate) i quali si legano agli allergeni (sostanze che possono scatenare delle reazioni). Normalmente ciò avviene senza problemi. Solo la produzione eccessiva di anticorpi specifici, le immunoglobuline E (IgE) in risposta agli allergeni può definirsi reazione allergica. Gli anticorpi si attaccano alla superficie dei mastociti, una forma di globuli bianchi, li fanno scoppiare e li inducono a versare degli ormoni tissutali come istamina e serotonina. Questo processo induce delle infiammazioni con conseguente gonfiore, prurito, vasodilatazione, eczemi, eccessiva produzione di muco. Occorre un ripetuto contatto con l’allergene: al primo incontro non succede nulla, ma può essere innescato un processo che si manifesterà dopo alcuni giorni o dopo diversi. Quindi, un’allergia si acquisisce, anche con una certa predisposizione che può essere ereditaria, a causa di una disfunzione del sistema immunitario.

Quando questo viene rinforzato e regolato, anche un’allergia già manifesta può guarire. A influire negativamente sulle difese immunitarie, sull’insorgere delle allergie sono: – Alimentazione carente di alcune sostanze vitali; anche l’eccessivo consumo di dolciumi, carboidrati raffinati, grassi di qualità scadente o conserve contribuiscono a queste carenze. – Disbiosi intestinale: ricordiamo che buona parte del sistema immunitario risiede nell’intestino. La presenza di Candida albicans è un fattore che predispone all’allergia. – Assunzione di additivi alimentari di sintesi – Tossine ambientali come piombo, cadmio, anidride carbonica, nitrati nell’aria, nell’acqua e nel suolo. – Fumo, anche passivo (specie per i bambini) – Elettrosmog – Forte consumo di farmaci – Forte stress ( il sistema immunitario lavora a stretto contatto con il sistema nervoso centrale, quindi anche con il cervello).

Le allergie si manifestano principalmente laddove l’organismo entra in contatto con l’ambiente esterno: l’apparato respiratorio, la cute e l’intestino. Troviamo quindi: • la rinite • la congiuntivite l’asma • la dermatite atopica • le allergie gastriche e intestinali. Queste si possono manifestare “in solitaria”, come unico sintomo, oppure essere coopresenti in numero di due o tre, con diversi livelli di intensità. Chi soffre di rinite, infatti, quasi sempre soffre di congiuntivite e asma e non raramente manifesta anche la dermatite atopica, così come l’allergia alimentare si associa frequentemente a crisi d’asma e all’orticaria. Inoltre la componente genetica è importante nell’insorgenza delle reazioni allergiche. Uno studio scientifico di Krader, famoso immunologo, allarga la ricerca scientifica alle emozioni e dà spazio alla personalità e al vissuto personale come all’altra fondamentale causa delle allergie.

PERCHE’ IL LAPACHO E’ CONSIGLIATO A TUTTI

Il Lapacho può essere usato periodicamente come preventivo durante la stagione fredda e tutte le volte che la possibilità di infezioni è elevata.

La nostra salute sia fisica che mentale dipende esclusivamente dallo stato dei liquidi del nostro corpo e cioè sangue, linfa e liquidi cellulari che se vengono danneggiati portano i nostri organi ad ammalarsi.

La maggior parte delle cause delle malattie vanno ricercate nella contaminazione e avvelenamento dei liquidi del nostro corpo dovuto a una nutrizione non corretta e a un modo di vivere sbagliato; infatti la cattiva alimentazione, il digiuno prolungato e l’uso di troppa carne portano lo stomaco e l’apparato digerente in generale a uno stato di affaticamento tale per cui si ha un calo della forma fisica.

Attraverso una cattiva digestione, dovuta anche al mangiar in fretta, si arriva alla formazione di feci dure e ad un aumento dei microbi parassiti che con la produzione dei loro veleni alterano la flora intestinale; per cui in un certo senso l’intestino diventa la fabbrica dei veleni per il nostro corpo che poi raggiungono il fegato ed entrano nelle cellule di tutto l’organismo. E quindi necessario disintossicare l’organismo e ripristinare la flora batterica.

Il Lapacho è una delle piante migliori per la purificazione dell’organismo, senza richiedere un grosso dispendio di energia; esso infatti aiuta a ristabilire le difese del proprio corpo rafforzando il sistema immunitario. Il nostro corpo è, almeno apparentemente, insensibile agli agenti patogeni e ai materiali velenosi che però giornalmente disturbano l’equilibrio dell’organismo. Esso è anche in grado di sviluppare anticorpi, se necessari, ma la vera difesa è data dalla salute che è strettamente legata al corretto funzionamento del fegato, reni e sistema linfatico.

Il Lapacho rafforza il sistema immunitario e può essere consigliato a tutti, poiché con esso il fegato e il sistema linfatico raggiungono condizioni ottimali, senza sforzi e senza effetti collaterali. Ricordiamo che le piante ad azione purificante e disintossicante spesso sono più efficaci di qualsiasi altra terapia.

Il Lapacho contiene anche una speciale combinazione e concentrazione di minerali abbastanza rari o elementi in tracce: calcio, magnesio, fosforo, zinco, cromo, silicio, manganese, molibdeno, rame, ferro, potassio, sodio, cobalto, boro, oro, argento, stronzio, bario, nichel.

Il Lapacho può essere utilizzato nella prostata, diabete, infiammazioni midollari, morbo di Parkinson, reumatismo, vene varicose, problemi di pelle, anemia, arteriosclerosi, asma, bronchite.

In sintesi:

1 Riduce il Dolore. La ricerca mostra che il decotto di Pau d’Arco ha il potere di ridurre naturalmente il dolore nei pazienti affetti da cancro e da altre gravi condizioni di salute. E’ infatti in grado di interagire con il processo sensoriale che fornisce i segnali che portano al dolore.

2. Contrasta la Candida. Il Lapacho ha una potente attività antifungina in grado di debellare la Candida. Il corpo produce normalmente la Candida in bocca, vagina, retto e intestino e in quantità normali rimane innocua; tuttavia, se l’equilibrio del pH naturale del corpo è sconvolto e la dieta è ricca di zuccheri, la candida inizierà a crescere rapidamente fuori controllo. Se si soffre di mal di testa, incapacità di concentrarsi, iperattività, sindrome da affaticamento cronico, dipendenza da zucchero e problemi di stomaco, si può essere affetti da una infezione da candida.

3. Riduce l’Infiammazione. Riducendo l’infiammazione nel corpo, si evitano gravi condizioni di salute come l’asma, l’artrite, il morbo di Crohn, la malattia di Alzheimer, il cancro, le malattie cardiovascolari, il diabete, la pressione alta, livelli elevati di colesterolo e il morbo di Parkinson. Uno studio del 2014 pubblicato su The Journal of Toxicological Sciences ha scoperto che il Pau d’Arco ha aumentato l’espressione dei geni Nrf2 bersaglio nell’intestino. Nrf2 è una proteina che regola l’espressione di proteine antiossidanti che proteggono contro il danno ossidativo innescato da lesioni e infiammazioni. Quindi è particolarmente utile per chi ha infiammazione intestinale.

4. Guarisce l’Ulcera. L’ulcera peptica inizia quando una debolezza nello stomaco o nel rivestimento intestinale permette all’acido di creare una erosione o danno nel rivestimento. E’ il tipo più comune di malattia dello stomaco ed è causata da un aumento dell’acidità gastrica derivante da stress, farmaci, dieta, fumo, alcol o Helicobacter pylori. Il sintomo più comune dell’ulcera è un dolore bruciante aggravato dall’acido dello stomaco che entra in contatto con l’area ulcerata. Uno studio 2013 pubblicato in Phytotherapy Research ha dimostrato che il Pau d’Arco accelera la guarigione dell’ulcera aumentando il contenuto di muco gastrico (fondamentale per proteggere le pareti dello stomaco) e la proliferazione cellulare che rigenera il tessuto.

5. Anticancro. Una delle proprietà più famose del Pau d’Arco è la sua capacità di combattere il cancro e alleviare il dolore associato al cancro. Uno studio condotto dal Dana-Farber Cancer Institute di Boston ha scoperto che il beta-lapachone, uno dei principali composti nel lapacho, è un potenziale rimedio da aggiungere alla chemioterapia in particolare per il cancro alla prostata. Un altro studio del 2002 ha concluso che il beta-lapachone è uno dei pochi farmaci antitumorali attualmente sotto inchiesta attiva, e potrebbe essere usato anche da solo per il trattamento del cancro: questo potente composto causato la morte delle cellule tumorali nei topi senza alcun effetto collaterale.

6. Antivirale e Antiparassitario. Per migliaia di anni il Pau d’Arco è stata usato come rimedio antivirale. E’ in grado di contrastare moltissimi virus, da quello del raffreddore all’herpes. Il beta-lapochone infatti inibisce gli enzimi nelle cellule del virus colpendo direttamente la sintesi del DNA e RNA. Il virus non è quindi più in grado di prendere il controllo sui processi riproduttivi della cellula così che non può né replicarsi nè infettare altre cellule.

7. Disintossica l’organismo. Il Pau d’Arco disintossica eliminando le sostanze tossiche come metalli pesanti, pesticidi, conservanti e persino residui di chemioterapia.

E’ quindi un valido aiuto per

  • Candidosi
  • Cistite
  • Disbiosi intestinale
  • Intolleranze alimentari e allergie
  • Malattie da raffreddamento (prevenzione influenza)
  • Aumento difese immunitarie
  • Tossine
  • Problemi digestivi
  • Malattie della pelle (applicato localmente con una garza)

Le sostanze naturali proprio perché costituite da più sostanze in grado di operare su più organismi e in maniera completa sul terreno su cui proliferano, tendono ad esser utili e a possedere un effetto più duraturo nel ristabilire le condizioni di equilibrio necessarie al nostro organismo ad evitare la proliferazione di agenti nocivi. Tra queste quella senza dubbio a maggior efficacia è l’olio essenziale di una pianta della Nuova Zelanda, il Leptospermum scoparium, noto nella lingua Maori come Manuka Oil.

Il Manuka ( Leptospermum scoparium ) è diffuso nell’area settentrionale della Nuova Zelanda e appartiene alla famiglia del Tea Tree, di cui fanno parte anche Cajeput, Niaouli e Kanuka. E’ un arbusto con piccole foglie a punta e fiori con petali biancastri, noto da secoli agli abitanti della Nuova Zelanda come pianta officinale e usata come rimedio in svariate situazioni. L’o.e. di Manuka si conobbe in Europa dopo la grande diffusione del Tea Tree, una essenza assai utile in Aromaterapia. Si ottiene per idrodistillazione di foglie e ramoscelli; olfattivamente l’o.e. di Manuka si può definire piacevolmente caldo, un po’ terroso, speziato ed erbaceo. Per distillare 1 litro di o.e. di Manuka servono 200 kg. Di foglie fresche.

AZIONE SUL PIANO FISICO
Si evidenzia una straordinaria efficacia germicida, che consente un notevole riscontro terapeutico in patologie ascrivibili a virus, batteri e funghi. L’o.e. di Manuka combatte gli agenti patogeni Stafilococchi e Streptococchi in modo più marcato rispetto al Tea Tree; abbinando i due o.e. si ottiene un antibiotico naturale a larghissimo spettro. Su pelle e mucose contrasta la sepsi ed è ben tollerato per applicazione pura! Ciò è dovuto al ridotto contenuto di cineolo ( inferiore allo 0,5 % ) che è il maggior responsabile della dermocausticità degli o.e.quando vengono usati puri, non diluiti in olio vegetale. La sua azione è rigenerante, stabilizzante e protettiva verso infezioni di batteri e funghi. Raccomandabile per acne, eczemi, irritazioni pruriginose, infiammazioni gengivali, le più comuni affezioni dell’apparato genitale femminile , è inoltre attivo in dolori reumatici, tendinei e muscolari, con la regressione del processo infiammatorio. La sua funzione antalgica viene ottimizzata impiegandolo assieme alla Lavanda.

L’aspetto importante della straordinarietà di Manuka rispetto agli altri o.e., è dovuto alla sua attività di competitore della iarulonidasi. Chiariamo meglio questo aspetto:la iarulonidasi è un enzima che si trova in forte concentrazione nei veleni di api, scorpioni e serpenti ed anche in vari microrganismi patogeni ( pneumococchi, streptococchi betaemolitici, bacilli della cancrena gassosa ). La iarulonidasi conferisce ai microrganismi grande capacità di penetrazione nei tessuti, condizionandone almeno in parte la virulenza. La sua attività è inibita da vari fattori, fra cui i farmaci antinfiammatori: l’o.e. di Manuka, per questo aspetto, si raccomanda nelle punture di insetti ( antalgico e antipomfo ). Le qualità cosmetiche del Manuka si riferiscono alla funzione rassodante, distensiva, antieritematosa della cute; diluito nello shampo esplica un azione antiforfora assai importante.

AZIONE SUL PIANO PSICHICO
Si comporta come riequilibrante, rinforza il sistema nervoso delle persone più sensibili: la sua importante azione si qualifica nel trattamento delle patologie con la componente psicosomatica evidenziata, in cui alto stress e conflitti interiori hanno particolare rilievo. Chiarificante, facilita la liberazione di energie contratte, predispone a nuove iniziative e alla comunicazione.

ARMONIA CON ALTRI O.E.: S’armonizza bene con Ylang Ylang, rosa, geranio e gli agrumi.

ELEMENTO DOMINANTE: Il Manuka contiene gli elementi Acqua, Terra, Fuoco e Aria.

CONCLUSIONI:
l’O.E. DI Manuka è uno straordinario ausilio per ogni problema di tipo infiammatorio, migliora la pelle, la rende più tonica, regola l’immunosistema, combatte con efficacia le comuni affezioni dell’apparato genitale femminile.

Alla luce dei test di laboratorio è efficace contro:
Batteri:
L’Olio di Manuka risulta più attivo dell’Olio di Melaleuca di 20-30 volte che a sua volta è più potente dell’Olio Essenziale di Pino.
Lieviti:
L’attività dell’Olio di Manuka contro la Candida albicans è simile a quella dell’Olio Essenziale di Pino è più potente rispetto a quella dell’Olio di Melaleuca.
Funghi:
L’Olio di Manuka, con una concentrazione minima attiva dello 0.625°/o, risulta più attivo dell’Olio di Melaleuca.

Tali dati valgono solo per l’Olio di Manuka del Capo Est della Nuova Zelanda commercializzato da RENACO. Essi dimostrano la superiorità dell’Olio di Manuka rispetto agli altri olii essenziali utilizzati normalmente come antimicrobici.

Esempi di utilizzo:
Olio da massaggio con funzione rinforzante immunitaria: 7 gtt di Manuka 7 gtt. di Kanuka 6 gtt. di Limone, in diluizione su 50 ml.
Inalazione – Raffreddore: 1 gtt. di Manuka, Cajeput e Tea Tree in 2 lt. D’acqua molto calda.
Nei primi giorni 2 inalazioni di 5 minuti, poi una la giorno.
Pediluvio x mal di gola: 1 gtt. di Manuka, Niaouli, Lavanda Fine in un cucchiaio di sale marino, in un catino riempito d’acqua a 40° che deve arrivare fin sopra le caviglie; due volte al giorno per 10 minuti.

Un progresso e un netto miglioramento dello stile di vita  di cui nessuna donna può più fare a meno

Dopo anni di ricerca, la ditta ILLEDI  ha sviluppato, con successo, un assorbente igienico per trasformare questo prodotto ordinario in uno strumento ad alto valore aggiunto e ad alta tecnologia.
La fascia anionica presente negli assorbenti igienici ILLEDI è in grado di emettere oltre 6000 anioni per cm³, appena entra in contatto con la pelle, quindi indossandolo aiuti ad eliminare la formazione dei batteri donando al tuo corpo una sensazione di benessere inibendo attivamente la sopravvivenza e la riproduzione di batteri e virus, che sono la causa delle vaginiti.
Quando la fascia anionica negli assorbenti igienici emette un’ alta densità di anioni, essa produce anche abbondante ossigeno ionizzato per cambiare radicalmente l’ambiente anaerobico, stimola la trasformazione biologica enzimatica e bilancia l’acidità e l’alcalinità.

Grazie alla loro azione preventiva sono raccomandate per ogni donna che vuole rimanere sana e in forma!

Quasi tutti i tipi di infiammazioni genitali femminili sono causati da batteri anaerobi. I test di laboratorio dimostrano un’azione antimicrobica dei prodotti , con un abbattimento dei batteri responsabili di infezioni e cattivi odori (Staphylococcus Aureus 99,9% – Klebsiella Pneumoniae 99,9% – Candida Albicans 99,7%).

Gli assorbenti anionici
sono un prodotto di largo consumo. Un costante uso assicura il risultato fenomenale nella risoluzione delle cause ginecologiche e non delle conseguenze – che é cosi importante per tutte le donne!

Le donne sentono immediatamente l’effetto positivo!
Gli assorbenti anionici sono al 100% naturali e traspiranti. Sono sterili e confezionati ermeticamente assicurando la lontananza della sporcizia e dei batteri. Le confezioni sono pratiche e comode nell’uso.

Gli assorbenti sono in grado di combattere infezioni di vario genere semplicemente per il fatto che, a contatto con l’umidità della pelle, generano anioni ed ossigeno attivo in grado di debellare, nell’arco di pochi minuti, il 99,9 % dei microrganismi.

La ionizzazione è una tecnica utilizzata persino negli ambulatori chirurgici perché è efficace per la sterilizzazione degli ambienti.

Oggi è possibile fare una sana prevenzione contro le patologie del tratto uro-genitale femminile con il vantaggio di un prodotto anallergico, sterile, che offre un confort incomparabile (rispetto agli assorbenti più reclamizzati in commercio) ed è rispettoso dell’ambiente perché tutti gli strati che lo costituiscono sono derivati da amido di mais che si degrada in tempi rapidissimi.

Oggi grazie alla tecnologia agli anioni utilizzata negli assorbenti Herpes labiale, Cistite, Vaginite, Candida, e Cattivi odori hanno i giorni contati.

Gli assorbenti non sono assorbenti medicati; non utilizzano faramci per il semplice fatto che sono costituiti da materie prime STERILI di derivazione naturale e lì’effetto sterilizzante degli anioni (e ossigeno attivo) non hanno controindicazioni di alcun genere.

Raccomandati per:
Allergie, infezioni batteriche, Candidosi, irritazioni, Infiammazioni, dermatiti, Emicranie, dismenorrea, Ciclo irregolare, perdite eccessive

Recenti ricerche hanno dimostrato che il Lapacho (tabebuia impetiginosa) è efficace nella riduzione di infiammazioni, dolori ed impurità, nella funzione antimicrobica, antiparassitaria ed antifungine, stimola il sistema auto-immunitario.

Gli indigeni sudamericani raccolgono da migliaia d’anni la parte interna della corteccia di un albero chiamato appunto Lapacho (Tabebuia Avellanadae). Questo albero che cresce nelle foreste amazzoniche e nelle montagne di Paraguay, Argentina e Brasile ha la particolarità che la sua corteccia appena tolta ricresce molto velocemente senza arrecare alcun danno alla pianta stessa.

Recenti ricerche hanno dimostrato che il Lapacho è efficace nella riduzione di infiammazioni, dolori ed impurità, nella funzione antimicrobica, antiparassitaria ed antifungine, stimola il sistema auto-immunitario, ha un’azione antiossidante con un utilizzo simile a quello dell’Echinacea e del Ginseng e non contiene caffeina.

Questa pianta contiene grandi speranze per l`effettivo trattamento di alcuni tumori, tra cui la Leucemia, della Candida e di altre fastidiose infezioni, così come di malattie debilitanti (incluso l`artrite) e una moltitudine di altri disturbi.

Il Lapacho può essere usato periodicamente come prevenzione durante la stagione fredda e tutte le volte che la possibilità di infezioni è elevata. La nostra salute sia fisica che mentale dipende esclusivamente dallo stato dei liquidi del nostro corpo e cioè sangue, linfa e liquidi cellulari che se vengono danneggiati portano i nostri organi ad ammalarsi.

La maggior parte delle cause delle malattie vanno ricercate nella contaminazione e avvelenamento dei liquidi del nostro corpo dovuto a una nutrizione non corretta e a un modo di vivere sbagliato; infatti la cattiva alimentazione, il digiuno prolungato e l`uso di troppa carne portano lo stomaco e l`apparato digerente in generale a uno stato di affaticamento tale per cui si ha un calo della forma fisica.

Attraverso una cattiva digestione, dovuta anche al mangiar in fretta, si arriva alla formazione di feci dure e ad un aumento dei microbi parassiti che con la produzione dei loro veleni alterano la flora intestinale; per cui in un certo senso l`intestino diventa la fabbrica dei veleni per il nostro corpo che poi raggiungono il fegato ed entrano nelle cellule di tutto l`organismo. E` quindi necessario disintossicare l`organismo e ripristinare la flora batterica.

Il Lapacho è una delle piante migliori per la purificazione dell`organismo, senza richiedere un grosso dispendio di energia; esso infatti aiuta a ristabilizzare le difese del proprio corpo rafforzando il sistema immunitario.

Il nostro corpo è, almeno apparentemente, insensibile agli agenti patogeni e ai materiali velenosi che però giornalmente disturbano l`equilibrio dell`organismo. Esso è anche in grado di sviluppare anticorpi, se necessari, ma la vera difesa è data dalla salute che è strettamente legata al corretto funzionamento del fegato, reni e sistema linfatico.

II Lapacho è per il fegato e il sistema linfatico la pianta migliore, mentre i reni possono migliorare la loro attività con Solidago, Ortosiphon, Barbe del mais e altre piante, arrivando cosi a ridurre il rischio di malattie. Ricordiamo che le piante ad azione purificante e disintossicante spesso sono più efficaci di qualsiasi altra terapia.

Il Lapacho contiene anche una speciale combinazione e concentrazione di sali minerali abbastanza rari o elementi in tracce: calcio, magnesio, fosforo, zinco, cromo, silicio, manganese, molibdeno, rame, ferro, potassio, sodio, cobalto, boro, oro, argento, stronzio, bario, nichel.

II Lapacho può essere utilizzato nelle infiammazioni della prostata, diabete, infiammazioni midollari, morbo di Parkinson, reumatismo, vene varicose, problemi di pelle, anemia, arteriosclerosi, asma, bronchite.

Il Lapacho rafforza il sistema immunitario e può essere consigliato a tutti, poiché con esso il fegato e il sistema linfatico raggiungono condizioni ottimali, senza sforzi e senza effetti collaterali.

Azioni
anemia
artrite
ipertensione
ferite e ulcere
arteriosclerosi
asma e bronchite
dolori in generale
debolezza cardiaca
gastrite, ulcera gastrica
infezioni della bocca, naso e gola
infezioni parassitarie, quali malaria
infezioni batteriche da stafilococchi, brucella, streptococchi
infezioni viriali: influenza, raffreddore, herpes, polio, epstein-barr
affezioni cutanee da scarsa eliminazione, eczema, acne, foruncolosi, psoriasi
disordini del tratto gastrointestinale: colite, infiammazione delle mucose, morbo di crohon, polipi, dissenteria, ulcere peptiche
disordini del sistema urogenitale: cistite, uretrite, prostatite, polipi vescicali, vaginite, leucorrea, infiammazione della cervice uterina

Indicazioni

  • Infezioni batteriche da stafilococchi, streptococchi, brucella, ecc.
  • Infezioni virali: influenza, raffreddore, herpes, polio, Epstein-Barr, ecc.
  • Infezioni parassitarie, quali malaria
  • Infezioni della bocca, naso e gola.
  • Disordini del tratto gastrointestinale: infiammazione delle mucose, colite, morbo di Crohn, polipi,dissenteria, ulcere peptiche
  • Disordini del sistema urogenitale: cistite, uretrite, prostatite, polipi vescicali, vaginiti, leucorrea, infiammazione della cervice uterina
  • Gastrite, ulcera gastrica
  • Ferite e ulcere
  • Anemia
  • Affezioni cutanee da scarsa eliminazione, eczema, acne, foruncolosi, psoriasi
  • Artrite
  • Dolori in generate
  • Arteriosclerosi
  • Debolezza cardiaca
  • Asma e bronchite Ipertensione

Mentre non ci sono dubbi che il Lapacho sia altamente tossico per molti vari tipi di virus, batteri, funghi, parassiti e altri tipi di organismi, questa sostanza sembra non possedere alcun tipo di tossicità significativa per le cellule umane sane.

Il Lapacho è un albero sempreverde originario delle foreste pluviali, ma predilige regioni più fresche, come le montagne del Paraguay, Argentina, Brasile e le zone montagnose della Bolivia e del Perù.

Il Lapacho può essere usato periodicamente come preventivo durante la stagione fredda e tutte le volte che la possibilità di infezioni è elevata.
La nostra salute sia fisica che mentale dipende esclusivamente dallo stato dei liquidi del nostro corpo e cioè sangue, linfa e liquidi cellulari che se vengono danneggiati portano i nostri organi ad ammalarsi.

La maggior parte delle cause delle malattie vanno ricercate nella contaminazione e avvelenamento dei liquidi del nostro corpo dovuto a una nutrizione non corretta e a un modo di vivere sbagliato; infatti la cattiva alimentazione, il digiuno prolungato e l’uso di troppa carne portano lo stomaco e l’apparato digerente in generale a uno stato di affaticamento tale per cui si ha un calo della forma fisica. Attraverso una cattiva digestione, dovuta anche al mangiar in fretta, si arriva alla formazione di feci dure e ad un aumento dei microbi parassiti che con la produzione dei loro veleni alterano la flora intestinale; per cui in un certo senso l’intestino diventa la fabbrica dei veleni per il nostro corpo che poi raggiungono il fegato ed entrano nelle cellule di tutto l’organismo.

E quindi necessario disintossicare l’organismo e ripristinare la flora batterica.

Il Lapacho è una delle piante migliori per la purificazione dell’organismo, senza richiedere un grosso dispendio di energia; esso infatti aiuta a ristabilire le difese del proprio corpo rafforzando il sistema immunitario.

Il nostro corpo è, almeno apparentemente, insensibile agli agenti patogeni e ai materiali velenosi che però giornalmente disturbano l’equilibrio dell’organismo. Esso è anche in grado di sviluppare anticorpi, se necessari, ma la vera difesa è data dalla salute che è strettamente legata al corretto funzionamento del fegato, reni e sistema linfatico.

Il Lapacho rafforza il sistema immunitario e può essere consigliato a tutti, poiché con esso il fegato e il sistema linfatico raggiungono condizioni ottimali, senza sforzi e senza effetti collaterali.

Ricordiamo che le piante ad azione purificante e disintossicante spesso sono più efficaci di qualsiasi altra terapia.

Il Lapacho contiene anche una speciale combinazione e concentrazione di minerali abbastanza rari o elementi in tracce: calcio, magnesio, fosforo, zinco, cromo, silicio, manganese, molibdeno, rame, ferro, potassio, sodio, cobalto, boro, oro, argento, stronzio, bario, nichel.

Il Lapacho può essere utilizzato nella prostata, diabete, infiammazioni midollari, morbo di Parkinson, reumatismo, vene varicose, problemi di pelle, anemia, arteriosclerosi, asma, bronchite.

Universalmente e scientificamente riconosciuti, gli effetti benefici dell’olivo sono davvero molteplici, rivelandosi preziosi in numerosi campi d’intervento. L’infuso di foglie di olivo è ricco di sostanze straordinariamente biodisponibili ed esplica una funzione antiossidante, anti radicali liberi, regolatrice della pressione arteriosa, fluidificante del sangue, vasodilatatrice, energizzante, ipoglicemizzante, ipocolesterolizzante, regolatrice del metabolismo di lipidi e carboidrati.

La storia dell’olivo è profondamente legata a quella dell’umanità e già dalle origini incarna al meglio il ruolo di madre e padre insieme, visto che l’olivo è stato scelto, molto opportunamente, dagli altri alberi quale pianta in grado di governare il ricco e variegato patrimonio arboreo.

Tale episodio compare in un’antica fabula contenuta nella Bibbia (Libro dei Giudici 9, 8-15), laddove l’olivo rinuncia senza alcun tipo di esitazione a ricoprire il ruolo di “re degli alberi”, profondamente convinto della propria utilità, di gran lunga superiore a quella di altre Specie vegetali.

Non accetta l’onore e il prestigio di una simile carica, perché preferisce semmai onorare con i suoi preziosi nutrimenti gli dèi e gli uomini. “Madre” e “sovrana” di tutte le erbe medicinali, storia e mitologia s’intrecciano strettamente, fino a confondersi.

E così, anche in conformità a tale premessa – e con la chiara consapevolezza che i suoi principi attivi sono davvero in grado di infondere forza interiore e aiuto morale – anche l’olio di oliva diventa per tutti l’olio della consacrazione.

L’olivo, di conseguenza, incarna in sé il simbolo di un’autorità e di una potenza che discendono direttamente da Dio.

A conferma della millenaria storia dell’olivo nel primo racconto della creazione, il regno vegetale si presenta esclusivamente come nutrimento (Cf Gen 1,29-30) e nel secondo in modo più esplicito e detto: “Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni soda di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male” (Genesi 2,9) o v. libro del profeta Osea dove il Dio d’Israele è paragonato alla magnificenza dell’olivo.

Sono circa 70 i versetti della Bibbia che citano l’olivo e il più noto si trova nella Genesi, quando è narrato il diluvio e Noè lascia uscire dall’arca la colomba. Questa torna la prima volta senza aver trovato dove posarsi, ma alla seconda uscita dopo altri 7 giorni la vede tornare la sera recando nel becco un ramoscello d’ulivo: è il segno del riemergere delle terre fertili ospitali, ossia del perdono divino e della ritrovata pace tra Dio e gli uomini. (Genesi VIII, Il).

Quello più indicativo è però di Ezechiele 47.12:
“Sulle rive del Giordano crescono degli alberi che non perdono mai le foglie i cui frutti sono cibo e le foglie medicina”.

Un versetto che indica chiaramente che gli straordinari principi attivi dell”albero della vita” sono concentrati nelle sue foglie mentre i suoi frutti, le olive e l’olio, sono un ottimo alimento. Per gli ebrei l’ulivo è uno dei doni più preziosi di Dio, simbolo stesso dell’Alleanza.

La pianta dell’olivo si è diffusa in tutta l’area mediterranea, dove il suo culto è consacrato da tutte le religioni e fin dai tempi più remoti l’olivo è considerato un simbolo trascendente di spiritualità e sacralità. Sinonimo di fertilità e rinascita, di resistenza alle ingiurie del tempo e delle guerre, simbolo di pace e valore, rappresentando nella mitologia, come nella religione, un elemento naturale di forza e di purificazione.

L’olivo è presente nella storia della medicina e dell’erboristeria mediterranea da diversi millenni. Esistono infinite testimonianze che documentano l’uso delle foglie d’olivo nella cultura Greca, Araba, Egiziana, Romana ma il suo uso è stato da sempre limitato dal gusto “terribilmente amaro e sgradevole” dell’infuso di foglie d’olivo che progressivamente ne ha creato il disuso.

Nella prima metà del secolo scorso, tuttavia, si è manifestata una ripresa d’interesse per il possibile uso terapeutico dei preparati erboristici ricavati dalle foglie di questo splendido albero.

L’osservazione di alcuni rimedi popolari tradizionali ottenuti con le foglie di olivo stimolò l’interesse di diversi studiosi e ricercatori dell’area mediterranea, quali Mazet, Daniel-Brunet e Oliviero in Francia, De Nunno in Italia, Stamatiadis in Grecia.
Ne scaturirono studi e sperimentazioni che nei tre decenni centrali del ‘900 aprirono un ricco filone di ricerche ed esperienze con le foglie di olivo mirate a scoprire quali sostanze consentono all’olivo di vivere così a lungo, di resistere alle awersità dell’ambiente e di avere questa enorme “vitalità”.

L’albero dell’Olivo è straordinariamente “divino”, infatti, senza cure, pesticidi. ecc. “vive millenni” e olivi centenari possono essere estirpati, trapiantoti e attecchiranno sempre e ovunque.

Perche? Perché nelle sue linfe scorrono sostanze attive “uniche al mondo” che lo proteggono e lo mantengono vitale nel tempo. Molecole che la scienza sta studiando per offrirle al mondo. (albero della vita). Non ci sono altre piante con simili caratteristiche. L’olivo questa portentosa pianta cardine della dieta mediterranea è stata recentemente riscoperta e rivalutata in tutto il mondo.

Un lavoro di review molto accurato e solidamente documentato sulla chimica delle foglie di olivo fu eseguito negli anni ‘60 e riguardava i componenti principali che all’epoca erano stati individuati, poche molecole rispetto alle centinaia, estremamente attivi che, come strumenti di un’orchestra, presentavano un comportamento sinergico e armonico con effetti incredibilmente efficaci nella loro capacità di radical scavenging.

Secondo lo studio di Benavente-Garcia et aI. (1999), nelle foglie di olivo studiate, sono presenti principalmente 5 gruppi di composti fenolici:
Oleuropeosidi (oleuropeina e verbascoside),
Flavoni ( luteolin-7-glucoside, apigenin-7-glucoside, diosmetin-7-glucoside, luteolina e diosmetina ),
Flavonoli (rutina),
Flavan-3-oli (catechina),
Fenoli sostituiti (tyrosolo, idrossityrosolo, vanillina, acido vanillico e acido caffeico),
oltre a l’elenolide, l’N-pentatriacontano, l’acido oleanolicoin, l’Omo-oleastranolo, un chinone, vitamina K2-simile, acidi malico, tartarico, glicolico, lattico,
Glucosidi: oleoside, steroleoside,
Enzimi: lipasi, perossidasi, emulsina, Colina, Tannino pirogallico, Glucosio, Saccarosio, Mannitolo, olio essenziale.

Il composto più abbondante è l’oleuropeina, seguita da idrossityrosolo, dai flavon-7 glucosidi di luteolina e apigenina e dal verbascoside ed esplicano un’azione antiossidante superiore a quella delle vitamine C ed E, grazie alla sinergia tra flavonoidi, oleuropeosidi e fenoli.

Si cominciò così ad estrarre e a studiare alcune molecole presenti scoprendone le incredibili proprietà e cominciò a crescere l’interesse della ricerca farmaceutica nei confronti di questi composti.

Es. Verso la fine degli ani 1960 la Upjohn Company, importante società farmaceutica statunitense, per decenni effettuò notevoli studi sulle capacità antibatteriche ed antivirali dell’acido elenolico per renderlo disponibile al consumo umano. Un farmaco estremamente efficace per debellare virus e batteri avrebbe avuto un mercato importantissimo.

Però alla fine, il “calcio elenolato” prodotto dalla Upjohn, che in vitro uccideva tutto, in vivo si fissava sulle proteine del sangue e si rivelò assolutamente inefficace, confermando che l’efficacia era legata al solo prodotto naturale, e la casa farmaceutica abbandonò le ricerche.

Oggi conosciamo l’efficacia di poche molecole presenti e ogni giorno università e centri ricerche, aggiungono ulteriori scoperte legate alla sinergia di questo “miracolo della Natura”.

Tra le molecole più importanti presenti nell’olivo c’è I’IDROSSITIROSOL, un polifenolo naturale che è il migliore antiossidante che agisce come radical scavenger coinvolto nell’inibizione dei processi di ossidazione collegati ai fenomeni di alterazione cellulare tipici delle malattie degenerative e dell’invecchiamento (aterosclerosi, artriti, problemi cardiovascolari). E’ ritenuto in grado di attivare la formazione di glutatione, un forte agente antiossidante prodotto dalle nostre cellule. L’idrossitirosolo viene estratto in forma “industriale” con processi molto laboriosi che richiedono l’uso di notevoli quantità di solventi organici nocivi e infiammabili e adeguate apparecchiature di estrazione e di purificazione, dalle olive, dall’olio di oliva e dalle acque di vegetazione.

Oggi è un chemical pregiatissimo, commercializzato da ditte internazionali a prezzi elevati, superiori a 1000 – 1500 Euro/grammo e, per la sua efficacia come anti-ageing, trova applicazioni industriali nel settore farmaceutico, cosmetico e alimentare. E’ una molecola molto efficace ed è alla base di moltissimi prodotti anti età specialmente nel settore cosmetico ma ovviamente, nei prodotti commercializzati, è presente in quantità esigue visto il costo elevatissimo.
Oggi gli studi fitochimici hanno prodotto una sempre più precisa identificazione della composizione del fitocomplesso delle foglie di olivo.

La candidosi ricorrente è comune fra le persone con un sistema immunitario compromesso e può diventare cronica e generalizzata man mano che la deficienza immunitaria si aggrava.

La micosi più comune è provocata da un sovraccarico del commensale intestinale Candida albicans. Altre specie di Candida tra le più diffuse sono C. tropicalis, C. paratropicalis, C. glabrata e C. krusei, C. guillermondi, C. dubliniensis e C. zeylanoides. In condizioni normali, la Candida è un commensale che si adatta agli ambienti alcalini dei tessuti e contribuisce a proteggere l’organismo da tossine e chelare i metalli pesanti. In tutte le condizioni di squilibrio del pH fisiologico, la Candida sopravvive e si diffonde eccessivamente. La presenza di candidosi cronica predispone alla disbiosi della flora intestinale e a una catena d’infezioni opportunistiche di batteri, parassiti e virus.

In tutti i casi, l’infiammazione delle mucose assottiglia le pareti intestinali, creando lesioni, predisponendo alla cosiddetta “Leaky Gut Syndrome” (sindrome da intestino gocciolante) e al riassorbimento nel sangue di sostanze nutritive non digerite e tossine acide, riciclandole nell’organismo, provocando acidosi e innescando reazioni autoimmuni.

Le candidosi comportano infiammazione del sistema digestivo dalla bocca all’intestino retto e conseguentemente del sistema ORL (otorinolaringoiatria), delle mucose gastrointestinali, genito-urinarie e dei tessuti tegumentari: capelli, cute e unghie.

L’eccesso di muco è il sistema naturale del corpo di proteggere le membrane gastrointestinali e respiratorie da irritazioni e lesioni, producendo sintomi di mal di gola, tosse, sinusiti e otiti, spesso irritando anche i tessuti connettivi osteoarticolari, muscolari e tegumentari, oltre a predisporre a candidosi vulvovaginali, cerviciti e cistiti ricorrenti nella donna e a balaniti nell’uomo.

L’incidenza di candidosi aumenta in casi d’immunosoppressione ed è aggravata dall’uso frequente di antibiotici, chemio e radioterapia, corticosteroidi, farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS, tra i quali l’aspirina) e dalla pillola anticoncezionale che alterano l’equilibrio della flora batterica intestinale.

La diminuzione della produzione delle vitamine del complesso B causata dalla riduzione dei batteri saprofiti, favorisce la trasformazione della Candida dalla forma micetale, in grado di penetrare la parete intestinale, innescando una leacky gut syndrome, con incremento della ipersensibilità agli alimenti, delle reazioni allergiche e delle reazioni tossiche.

Le micosi sistemiche subcliniche contribuiscono ad aumentare la congestione linfatica, la reattività del sistema immunitario agli allergeni, le intolleranze alimentari, l’ipersensibilità a sostanze chimiche, la propensione a mal di testa, depressioni e irritabilità, aumentando anche il rischio d’ipertensione essenziale secondaria.

La tossiemia micotica compromette il sistema digestivo ed è un fattore rilevante nel peggioramento di sintomi neurologici nei casi d’affaticamento cronico con riduzione della prontezza mentale, delle capacità di concentrazione e coordinazione, frequentemente con sintomi di vertigini e capogiri.

Nelle persone sane la popolazione micetale della candida è, in genere, limitatata e mantenuta a livelli non patogena dalla funzionalità del sistema immunitario e dalla presenza dei batteri saprofiti, come gli acidofili o il bifidobattere, che competono con essa per i substrati nutritivi. Molte situazioni possono rivelarsi come potenzialmente in grado di incrementare la presenza di questo micetale, causando con la sua eccessiva presenza, sintomi talvolta confusi con altre patologie o malesseri.

I sintomi più frequenti sono costipazione o diarrea, coliti, gastralgie, alitosi, stomatiti o afte buccali, prurito rettale ma anche mal di testa, bruciori al petto o dolori precordiali, cambiamenti d’umore, depressione, sindrome premestruale, perdita della memoria, vaginiti, infezioni renali o vescicali, prostatiti, dolori muscolari o articolari, artriti, bruciori di gola, congestione, tosse, sinusiti croniche, bruciori alla lingua, mughetto, parestesie al viso, alle braccia o alle gambe, parestesie periferiche, sudori notturni, acne, prurito diffuso, sindrome della fatica cronica, iperattività, ipotiroidismo, diabete, allergie e stress surrenalico. Ambienti caldi ed umidi e l’assunzione di alimenti ricchi di zuccheri e leiviti può peggiorare significativamente i sintomi.

La superinfezione intestinale è, spesso, la principale causa della ben conosciuta candidosi vaginale: i risultati clinici confermano che non si può eradicare le manifestazioni vaginali, senza normalizzare la situazione intestinale, che è sempre presente quando ci sono manifestazioni vaginali.

Il trattamento della candidosi, in qualunque area si manifesti, è sempre difficile e complesso, talvolta con crisi di guarigione e recidive, ma non può non essere considerato come un problema risolvibile nel breve periodo: la guarigione raramente avviene in meno di tre mesi di trattamento combinato con adeguate misure alimentari; in genere occorrono almeno sei mesi di trattamento prima che si possano vedere risultati consistenti e duraturi: fino a quando la superinfezione intestinale non viene sconfitta e la flora batterica intestinale ricostituita, le manifestazioni vaginali, a livello della bocca, della pelle o delle unghie tende a ripresentarsi sistematicamente.

I cambiamenti dietetici risultano molto importanti nell’eradicazione della candidosi: l’eliminazione degli zuccheri in maniera radicale (saccarosio, destrosio, fruttosio ma anche succhi di frutta, miele, sciroppo d’acero, melassa, lattosio contenuto nei prodotti caseari), ma anche delle solanacee (patate, peperoni, melanzane, pomodori) e di gran parte dei frutti (ad esclusione delle bacche, dell’ananas e della papaia).

Tutte le sostanze utilizzate per i processi fermentativi che producono alcool dovrebbero essere evitate (come ad esempio grano, malto, orzo, luppolo) così come i prodotti contenenti lieviti; anche i prodotti fermentati o contenenti muffe, possono rivelarsi fonte di ipersensibilità durante le superinfezioni di candida: è bene evitare, in genere, anche i funghi.
Talvolta anche le carni (in particolare maiale, vitello e pollame) possono creare problemi per i residui di antibiotico derivanti dall’alimentazione, così come i prodotti caseari spesso sono da evitarsi. L’uso di vegetali freschi, pesce, granaglie prive di glutine (quali miglio e riso) spesso possono essere d’aiuto; lo yogurt naturale o il kefir sono fonti di batteri simbionti utili per combattere la superinfezione.

Alcuni presidi igienici si rivelano utili come strategia preventiva: cambiare frequentemente lo spazzolino da denti, per evitare reinfezioni; utilizzare biancheria intima in cotone, da lavarsi separatamente rispetto ad altri capi.

La Candida non può vivere in ambienti ossigenati, pertanto un abbigliamento che favorisce la circolazione dell’aria è da consigliarsi come presidio igienico: le infezioni da Candida sono 3 volte più frequenti nelle donne che utilizzano biancheria di nylon o collant.

Acido Caprilico: noto anche come acido ottanoico, è un acido grasso a corta catena, dissolve la membrana cellulare della Candida albicans e di altri funghi; viene ben assorbito dall’intestino, distribuendosi poi in maniera uniforme anche nel colon, dove è più comune la colonizzazione da Candida albicans.

Allium Sativum (Aglio): sono state ampiamente dimostrate le proprietà antifungine, antibatteriche, antiparassitarie ed antivirali. L’Aglio è un potente antimicotico grazie all’azione dell’allicina; essa causa un blocco completo della sintesi dei lipidi e riduce la capacità di adesione di Candida albicans alle mucose. Altri composti candidicidi sono l’eruboside-B; l’acido ferulico; il geraniolo e il linalolo. Contiene anche fosfo-frutto-olisaccaridi, carboidrati indigeribili dall’uomo, che favoriscono lo sviluppo dei batteri probiotici come gli acidofili. La Candida albicans sistemica e le infezioni vaginali vengono inibite dall’azione dell’aglio, che si rivela in grado di prevenire le recidive a lungo termine, senza creare ceppi resistenti; la sua azione si esplica attraverso il blocco degli enzimi batterici o fungini, grazie alla sua azione sui tioli. Gli estratti di aglio sono in grado di stimolare il sistema immunitario, attivando l’azione delle cellule natural killer, i macrofagi e l’attività delle cellule B nella produzione degli anticorpi.

Lactobacillus Acidophilus: favorisce la ricolonizzazione da parte dei batteri simbionti dell’intestino, della bocca e della vagina. Promuove un miglioramento dei processi digestivi, attraverso la liberazione di lattasi che intervengono nella digestione degli zuccheri del latte, stimola le difese immunitarie e aiuta ad aumentare la resistenza alle infezioni. Produce acido lattico, perossidi d’idrogeno e acido acetico che promuove una normalizzazione acida dell’intestino ricreando un ambiente idoneo a prevenire le infezioni batteriche. Ci sono evidenze dell’azione dell’Acidophilus nel prevenire o combattere fenomeni diarroici causati da antibiotici, parassitosi o superinfezioni batteriche, attraverso la rigenerazione della flora batterica saprofitaria, riducendo la formazione di gas, il gonfiore e la fermentazione, e la tossicità sistemica causata dalla proliferazione della candida albicans.

L’Acidophilus è battericida per il clostridium botulini, la salmonella e gli stafilococchi. Produce alcune vitamine B, la biotina, la vitamina K, ed enzimi nel tratto intestinale, facilitando i processi di detossificazione. Gli Acidofili sono in grado di produrre batteriocine, chiamate acidofiline, in grado di inibire la proliferazione batterica e fungina e danneggiare le cellule umane alterate (ma non quelle sane): a differenza degli antibiotici, le batteriocine dei batteri probiotici non interferiscono nella sintesi proteica e delle proteine di membrana dei batteri patogeni, ma sono in grado di degradare immediatamente il DNA e RNA microbico, provocando la morte cellulare.

Aloe Barbadensis: contiene acemannani che svolgono un’azione cicatrizzante (rapidissimo cicatrizzante nella colite ulcerosa), antinfiammatoria, battericida, immunomodulante e citoprotettrice. Contiene fitormoni, fitoestrogeni, steroli e steroidi vegetali, in grado di promuovere la guarigione dei tessuti e la riparazione cellulare. Attiva la produzione umana in IL-1, TNF-A, IL-6 (di qui probabilmente la sua azione di riparazione delle ulcere). In studi ancora in corso si è dimostrata l’azione immunostimolante nell’AIDS, FIV, NDV, mentre l’effetto antitumorale è stato dimostrato in applicazioni sugli animali. Le viene attribuita un’azione stimolante le interleuchine e l’interferone. Risulta attiva nel trattamento di alcune parassitosi (Leishmaniosi), ed antifungina: la sua azione si esplica su funghi e batteri associati alle tricofitosi, nella Candidosi, nelle infezioni da Stafilococchi e Streptococchi dei Mycobacterium Tuberculosis. Svolge un’azione antivirale nei casi come l’herpes, morbillo e HIV-1, incrementando l’attività delle globuli bianchi che stimolano la produzione di interferone ed interleuchine.