Gli integratori alimentari sono: “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate”

 

Gli integratori alimentari sono sostanze naturali adatti ad essere impiegati anche per la cura e la prevenzione di diversi problemi di salute, la cui efficacia è provata da diversi esperti ed è intesa come un efficace supporto ad una corretta alimentazione e attività fisica.

In particolare, Ongaro (2016) sostiene che sia errata la teoria che l’alimentazione fornisca tutti i nutrienti di cui il nostro organismo necessita, in quanto nella pratica reale quasi mai è veramente così, per diversi motivi tra i quali: la qualità dei prodotti acquistati, i metodi di produzione e la nutrizione sempre più disattenta da parte delle persone.

Gli integratori alimentari sono, secondo l’esperto, un’opportunità che deve essere colta con intelligenza e attenzione per colmare micro-carenze, che nel tempo possono portare deficit metabolici che incidono sul benessere e la salute.

In particolare, si osserva come molte delle sostanze nutraceutiche5 contenute negli integratori alimentari che oggi vengono utilizzati per scopi di prevenzione, salute e benessere, fossero in realtà già conosciute per le loro proprietà terapeutiche ed utilizzate fin dall’antichità.

La scienza e le tecnologie hanno quindi poi permesso di approfondire queste conoscenze mettendo a punto tecniche produttive per rendere disponibili al pubblico le qualità benefiche di questi prodotti. (Brandolini et al., 2012)

La tabella contiene i principali settori di trattamento in cui gli integratori alimentari per la salute e il benessere, secondo Brandolini, Maietti e Tedeschi, hanno dato i maggiori risultati.

I principali integratori alimentari per la salute e il benessere.

Problemi cardiovascolari, trigliceridi e colesterolo, aterosclerosi: Omega 3/Omega 6 
Circolazione cerebrale, problemi di memoria, senescenza precoce, concentrazione: Gingko biloba
Potenziamento sistema immunitario: Multivitaminico/minerale; Vitamina c; Glutammina; Aloe vera, Funghi
Problemi articolari, artrosi, osteoporosi: Glucosamina 
Problemi di sonno: Melatonina
Disintossicazione ed eliminazione metalli pesanti, iperglicemia, prediabete, diabete di tipo 2: Acido lipoico
Stress: Ginseng; Magnesio
Depurazione fegato e vie biliari: Estratti di erbe: tarassaco, cardo mariano, carciofo 
Depurativo generale: Aloe vera 
Problemi di prostata: Serenoa repens 
Ristagno di liquidi, drenaggio liquidi: Estratti di erbe: asparago, ortosiphon, tarassaco 

 

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Quanto è importante fornire al nostro organismo gli omega 3 e gli omega 6 nelle giuste proporzioni? Scopriamo assieme quali sono le fonti alimentari migliori e quando è necessario appoggiarsi anche ad integratori di omega 3, 6 e 9.

Gli omega 3 6 e i 9 sono fondamentali quando le nostre difese immunitarie sono molto basse oppure nella gestione di malattie croniche che comportano alti livelli infiammatori costanti (ad esempio malattie autoimmuni, artrite reumatoide, ecc). Infine questi nutrienti sono indispensabili con l’avanzare dell’età per mantenere sempre una buona lucidità.

Importanza dei grassi

I grassi svolgono 3 principali funzioni all’interno del nostro corpo:

  1. Intervengono nella produzione di numerosi ormoni,
  2. Servono a produrre energia,
  3. Costituiscono le membrane cellulari, quindi hanno un ruolo strutturale fondamentale.

Omega 3

Insieme agli Omega 6 vengono definiti grassi “essenziali” perché, nonostante siano indispensabili per vivere, il nostro organismo non è in grado di produrli. Essi, di conseguenza, devono essere assunti attraverso l’alimentazione o l’integrazione suppletiva.

Gli omega 3 svolgono un’importante azione protettiva nei confronti del nostro organismo, essi infatti agiscono nel corpo per spegnere le infiammazioni. Inoltre sono un valido supporto per il livello dei trigliceridi nel sangue, gli omega 3 infatti “puliscono” il sangue dai trigliceridi; prevengono l’eccessiva aggregazione delle piastrine e la conseguente possibile formazione di trombi. Infine donano fluidità alle membrane delle cellule nervose, rendendo più facile la comunicazione tra loro. Questo ci porta degli enormi benefici nel miglioramento della concentrazione, delle capacità cognitive, e dell’umore.

Gli omega 3 sono presenti in quantità abbondanti nel pesce (soprattutto nei grossi pesci di mare che non siano da allevamento e nel pesce azzurro), nei crostacei, nel Krill, nella frutta secca (soprattutto nelle mandorle e noci) e in alcuni oli di tipo vegetale come ad esempio l’olio di semi di lino o di nocciole.

I 2 più importanti omega 3 sono detti DHA e EPA e di solito sono altamente sfruttati come integratori di omega 3.

Omega 6

Queste molecole, a differenza di quelle descritte poco fa, sono importanti per l’attivazione delle risposte infiammatorie, le quali sono essenziali per il nostro sistema di difesa. Per il ruolo che hanno, è indispensabile quindi che la loro concentrazione non sia esagerata, in modo da evitare una loro azione pro-infiammatoria eccessiva ed evitare perciò lo sviluppo di uno stato d’infiammazione cronico.

Integratori di omega

Troviamo questo tipo di grassi negli oli vegetali, come ad esempio i vari oli di semi (di borragine, di arachidi, di girasole, di mais), possiamo trovarle anche nella frutta secca (mandorle, noci, nocciole, pistacchi, pinoli, anacardi, etc.,) e nei legumi (ceci, lenticchie, fagioli, fave).

Rapporto omega 6, omega 3

Il rapporto ideale fra gli omega 6 e gli omega 3 nella dieta è di 4:1, mentre il valore medio che ci caratterizza al giorno d’oggi è di 10:1 o anche più elevato. La dieta attuale di un Italiano medio infatti è quasi basata esclusivamente su prodotti a base di cereali, verdure e carni di allevamento, tutti alimenti che contengono grandi quantità di omega 6. Questo tipo di dieta sbilancia enormemente, a favore di quest’ultimi, l’equilibrio tra i due tipi di grasso.

Inoltre gli omega 3 e 6 competono fra loro durante la loro formazione: a partire da una stessa sostanza o si forma l’uno o l’altro. E’ quindi importante cercare di mantenere equilibrata la proporzione tra le due molecole.

Omega 9

Gli omega 9 a differenza degli altri non sono considerati essenziali, in quanto siamointegratori di omega in grado di produrli a partire da altri tipi di grassi. Tra questi il più importante è l’acido oleico, che troviamo in grandi quantità nell’olio extravergine d’oliva e nelle olive.

Integrazione, quando farla e perché

Gli omega 3 6 e i 9 sono fondamentali quando le nostre difese immunitarie sono molto basse oppure nella gestione di malattie croniche che comportano alti livelli infiammatori costanti (ad esempio malattie autoimmuni, artrite reumatoide, ecc). Infine questi nutrienti sono indispensabili con l’avanzare dell’età per mantenere sempre una buona lucidità.

Oltre a sottolineare l’importanza di tutti e 3 questi tipi di molecole è indispensabile ricordare quanto sia essenziale per il nostro corpo, che questi siano presenti in proporzioni precise tra loro.

Quando quindi non possiamo mantenere un rapporto ottimale tra questi grassi solo ed esclusivamente attraverso l’alimentazione, è altamente consigliato sfruttare integratori di omega 3 e omega 6, purché quest’ultimi siano presenti nei giusti rapporti e che provengano da materie prime di buona qualità.

Per quanto riguarda l’alimentazione, al fine di ottenere il giusto rapporto tra i diversi tipi di acidi grassi, è altamente consigliato il consumo di pesce (soprattutto pesce azzurro), frutta secca e olio extravergine d’oliva.

Dott.ssa Carolina Capriolo
Biologa Nutrizionista

La lavorazione Spagyrica è l’applicazione della filosofia alchemica agli elementi della natura. L’applicazione dell’Arte nella preparazione di tinture vegetali o metalliche è determinata dalla preparazione di spiriti o mestrui che provocando un’evoluzione delle materie presenti in natura per poi purificarle ed esaltarne le proprietà. Uno dei suoi iniziatori ed utilizzatori era Paracelso (1493-1541) ma tali tecniche erano già in uso fra gli Egizi ed i Greci. Il termine deriva dalle parole greche “spao” (dividere, separare, estrarre) e “geras” (dono divino, nutrice, per estensione anche Divina Unità): implica quindi i concetti di estrarre i doni divini dalla natura.

Al giorno d’oggi siamo abituati ad assumere prevalentemente farmaci che più o meno conosciamo, appartenenti alla medicina che va per la maggiore, definita “allopatica”. Il farmaco, prodotto di sintesi, proviene da un processo eseguito soltanto su alcune delle molecole della pianta, “estratte” chimicamente in laboratorio. I nostri vecchi e i nostri avi, si sono sempre curati sin dalla notte dei tempi con le erbe, assunte sotto forma di decotti, tisane e impasti. La tisana è conosciuta ormai da tutti. Questa la si ottiene utilizzando di preferenza la pianta fresca, appena raccolta (ma anche quella secca va bene, per chi non ha tempo di cercarsela, a patto che provenga dalle nostre terre), immergendola in acqua bollente: si aspetta 15′, si filtra e la si beve con un po’ di miele, (meglio se monofiore, di preferenza acacia, rosmarino, tiglio e timo) e per chi non lo tollera, meglio lo zucchero grezzo.

SPAGIRIA E OMEOPATIA. Altri metodi di utilizzo più complessi di utilizzo e lavorazione della pianta sono costituiti dalla Spagiria e dall’Omeopatia. La Spagiria come l’Omeopatia, usa la pianta intera senza escludere nulla, lavorandola con mezzi e tecniche appropriate. In questo caso la si lavora con le mani, servendosi di utensili che provengono da metalli puri, come il rame, il bronzo e il vetro, per i vari processi lavorativi. La differenza tra Spagiria ed Omeopatia sta nel fatto che la seconda salta alcuni passaggi di elaborazione che risultano alla fine i più importanti, anche se richiedono tempi di preparazione molto più lunghi (più di 3/4 mesi). Per una questione economica, quindi, l’Omeopatia ha deciso di fare a meno di alcuni dei passaggi per ottenere maggiori quantitativi di prodotto da vendere sul mercato farmaceutico.

CONOSCENZA DELLA NATURA. Come diceva Goethe: “La conoscenza della Natura deve rappresentare un punto di incontro, un ritmo tra l’estremo empirico e quello astratto. Tale punto di incontro si realizza in un nuovo sistema di conoscenza, chiamato “intuizione” o percezione del “fenomeno originario”. In essa il fatto percepito perde la sua particolarità empirica per rivelare l’idea, la legge profonda della natura, idea e legge che in un altro modo non potrebbe mai essere colta al di fuori dell’ambito sensibile. Questo è possibile perché l’Uomo fa parte della Natura ed è Natura lui stesso e quindi non si può avere una contrapposizione tra soggetto ed oggetto nel conoscere, poiché lo stesso spirito si esprime nell’Uomo e nella Natura. L’Uomo conoscendo il mondo conosce se stesso e nel soggetto vi è tutto ciò che è nell’oggetto.”

IL PRODOTTO SPAGIRICO. II termine Spagiria deriva dal greco “Spao” e “Agheuro” che significa letteralmente separare e ricongiungere. Il processo di ottenimento dei rimedi spagirici è basato sull’opera del medico svizzero Paracelso (1493-1541), ritenuto l’iniziatore della Spagiria. Oggi, comunque, con l’ampliamento delle conoscenze sulle fonti tradizionali, siamo in grado di affermare che la Spagiria come l’Alchimia, ha avuto i suoi natali nell’antico Egitto. Questa è poi approdata nella Magna Grecia, intorno al 500 a.C., dando luogo alla Scola Italica, preesistente a Pitagora medesimo. Può essere considerata come un ponte fra l’omeopatia classica e la fitoterapia moderna e si distingue da queste per alcune peculiarità ben distinte. La produzione della tintura spagirica (così viene chiamato il prodotto ottenuto) è basata su tre tappe essenziali: la fermentazione, la distillazione e l’incenerimento. In questo modo possono venir estratti gli oli essenziali (sostanze aromatiche), le sostanze minerali e gli oligoelementi propri a ciascuna pianta. Il vantaggio di queste essenze spagiriche risiede dunque nel fatto che contengono non solo delle sostanze organiche, ma anche delle materie inorganiche (sali minerali, oligoelementi). Solitamente le tinture contengono poco alcool (10%-20%) e se il dosaggio prescritto è rispettato, non sono tossiche; sono inoffensive e senza effetti secondari conosciuti. Tramite le differenti tappe di produzione, viene utilizzata tutta la forza della pianta.

LE PIANTE. Per la produzione delle essenze spagiriche si utilizzano preferibilmente piante fresche raccolte in zone incontaminate o a basso inquinamento, come possono essere le nostre montagne. Solitamente un buon spagirista sottomette le piante ad un severo controllo di qualità prima di utilizzarle per la produzione. Questo controllo comporta fra l’altro un’analisi delle impurità, come la presenza di erbicidi, pesticidi e di metalli pesanti.

LA FERMENTAZIONE. Le piante sono sottomesse ad una fermentazione in acqua e ciò rappresenta la prima tappa della produzione di un’essenza spagirica. Secondo le piante, questo processo può durare parecchi giorni o addirittura settimane. Durante il processo di fermentazione, gli oli essenziali vengono liberati e delle sostanze aromatiche caratteristiche ad ogni pianta si sviluppano. Durante la fermentazione, dei cambiamenti strutturali del materiale vegetale generano la formazione d nuove sostanze. La fermentazione è seguita dalla distillazione.

LA DISTILLAZIONE. La massa vegetale è sottomessa ad una distillazione a vapore d’acqua che è una forma di distillazione dolce. Il suo scopo è di recuperare le sostanze aromatiche e l’etanolo estratto dalle piante durante la fermentazione. Dopo aver raggiunto la quantità di distillato prescritto questa tappa di produzione è terminata. Il distillato presenta un aroma molto gradevole che è rinforzato dal processo di fermentazione precedente.

L’INCENERIMENTO. La tappa seguente è l’incenerimento del residuo di distillazione. Lo scopo dell’incenerimento (calcinazione, secondo il termine alchemico) è di estrarre dalla massa vegetale i sali minerali e gli oligoelementi propri alle piante. Questi sono poi rimessi in soluzione nel distillato, e l’eccesso viene filtrato. Notiamo che questo processo di combustione elimina ogni traccia di sostanze organiche potenzialmente tossiche (alcaloidi).

COME UTILIZZARE UNA TINTURA SPAGIRICA
Le tinture spagiriche si utilizzano non solo sotto forma liquida di essenze, individuali o in miscela, ma anche sotto forma di unguenti (oleoliti).
Vanno assunte sotto forma di gocce con poca acqua, alla mattina a digiuno.
Le gocce possono variare da 2 a 5 a seconda del trattamento. Nel caso acuto se ne utilizzano anche 7.

OLEOLITI SPAGIRICI. Per quanto riguarda gli oleoliti, il procedimento risulta essere più semplice da attuare rispetto alle tinture, e chiunque di noi può cimentarsi a casa propria, avendo però la cura di utilizzare pentole in ghisa più resistenti alle alte temperature. Dapprima si lascia asciugare la pianta al sole, fino a quando tutta l’acqua è evaporata. Come secondo procedimento si invasa la pianta assieme all’olio di ricino (acquistabile in una qualsiasi farmacia) e la si lascia in infusione per circa 40 giorni.
Alla fine si filtra il composto e si passa alla calcinazione, ovvero incenerimento, della pianta possibilmente in un forno a combustione naturale: il prodotto che si ottiene assume un colore biancastro e si riduce in polvere. Tale polvere va rimescolata assieme all’olio filtrato. L’oleolito è così pronto.

PREPARAZIONE E SPIEGAZIONE. La raccolta, la preparazione e la manipolazione delle piante dovrà avvenire in tempi precisi e con modalità rigidamente in sintonia con i ritmi della Natura, vale a dire scegliendo il giorno ed anche l’ora più propizi per la raccolta. Un buon libro di Erbe Officinali, ci indicherà, poi, il periodo di crescita di ogni singola pianta, in modo tale da poter scegliere con cura quella che più si addice alle nostre esigenze. Altro fattore da tenere in considerazione, e che i nostri Avi ben conoscevano, erano le “similitudini” con le divinità (Forze di Natura) che si associavano alle erbe. Come alcuni di noi ben sanno, presso i Celti esistevano numerose divinità, ed anche per ogni singola creatura ve ne era una preposta ad hoc, che ne donava caratteristiche uniche e inequivocabili. Per la preparazione spagirica dobbiamo tenere conto di alcuni fattori.
Ogni pianta è composta di tre parti fondamentali, ottenibili per separazione naturale: L’ Acido, positivo. La Base, negativa. Il Sale, neutro, risultante dall’unione dei primi due. In via generale, per macerazione, distillazione ed infine calcinazione, si ottengono i tre elementi separati che, alla fine, riuniti assieme, danno luogo alla cosiddetta Quinta Essenza, che risulta essere un elemento infinitamente potenziato rispetto alla pianta di partenza, in quanto contiene in sé l’elemento energetico che alimenta, sostiene e dirige la parte fisica della pianta. La pianta è complementare all’uomo: RADICI preposte al CERVELLO. TRONCO E FOGLIE preposte alla ZONA TORACICA. FIORE preposte agli ORGANI RIPRODUTTIVI. FRUTTI E SEMI preposte agli ORGANI DEL RICAMBIO.

LUCE DEL MEDIOEVO. Un esempio più recente di questa metodologia spagirica, la ritroviamo nel nostro medioevo, con i monaci benedettini che, all’interno del monastero, costruito secondo i canoni geometrici sacri, vagliavano gli individui da sanare, sia fisicamente che spiritualmente, praticando una vera e propria terapia Psicosomatica. Essi producevano medicamenti spagirici ed alchemici nei propri laboratori, potenziandoli con la sacralità sia del luogo che delle loro tecniche, vere e proprie rituarie sacre. Siamo di fronte ad una filosofia olistica, cioè unitaria, che vede l’Universo come un unico corpo vivente, composto da infiniti elementi interdipendenti, dei quali l’uomo è il riassunto, potremmo dire il luogo geometrico del sistema e che costituisce l’elemento ultimo catalizzatore di tutte le forze divine. Da questo si può ritenere chiaramente che non è il Male, la Malattia ad Esistere, ma il Malato, in questo caso considerato come un piccolo Universo sconnesso, mal combinato, con il quale veniamo in contatto, innanzitutto per via sottile, e che possiamo veramente portare a guarigione. La luna è la lente di convergenza di tutte le forze cosmiche in generale e delle stelle in particolare. Questo in Spagiria è fondamentale e la maggior parte degli operatori del settore lo ignora completamente. La Natura, la Grande Madre, mentre toglie con una mano, si premura di dare con l’altra; cioè, viste le forze sfavorevoli, possiamo evitarle e mutarle a nostro vantaggio.

Fonte di riferimento:ariannaeditrice.it

Spesso si associano erroneamente gli integratori ai farmaci, e si pensa che come questi, essi debbano essere presi esclusivamente per brevi periodi di tempo. Il discorso da fare è un po’ più complesso in realtà.

A differenza di quello che la maggior parte delle persone pensano, gli integratori non sono farmaci e non vanno ad interferire con terapie mediche farmacologiche. Inoltre la loro assunzione non va a sovraccaricare fegato o reni o a danneggiare altri organi.
Gli integratori non sono altro che “cibo concentrato”, cosa significa? Lo scopo di questi prodotti è quello di fornire al corpo quelle sostanze nutrizionali che solitamente apportiamo con la dieta. E come per ogni cosa, anche nella scelta di questi, è fondamentale la buona qualità!
Beh ma allora non basta mangiar bene?! La risposta purtroppo è no!

Il cibo che non alimenta
Sembra quasi una contraddizione eppure è proprio così, più passa il tempo, più il nostro stile di vita migliora, più il cibo si impoverisce delle sue proprietà nutrizionali. Viviamo nell’era moderna, tutto ciò che ci circonda ormai è “artificiale”, siamo circondati da grosse comodità, tecnologie all’avanguardia, che hanno portato fortunatamente degli enormi benefici nel migliorare il nostro stile di vita.

Esiste però il rovescio della medaglia, e non va sottovalutato:
– Questo sviluppo ha impoverito enormemente i suoli, che ormai contengono una minima quantità di sali minerali. Questo si ripercuote sulla qualità delle coltivazioni, che oltretutto avvengono in maniera intensiva, non dando il giusto tempo al suolo di “rigenerarsi” ed arricchirsi nuovamente delle sostanze nutritive necessarie.
– Siamo circondati da agenti inquinanti e tossici con i quali il nostro corpo deve fare i conti.
– Ci nutriamo spesso di cibi altamente elaborati a livello industriale, ricchi in calorie, ma “vuoti” in nutrienti, e se questo non bastasse, ne consumiamo anche una grande quantità.
Fatte queste premesse, viene da sé che la scelta di sfruttare una buona, completa, bilanciata integrazione da associare ad una corretta alimentazione per poter colmare le varie carenze nutrizionali, risulta essere la scelta migliore, anche in una condizione normale.

Che caratteristiche deve avere?
Come abbiamo anticipato poco fa, è indispensabile scegliere dei buoni integratori e per farlo bisogna acquisire consapevolezza su cosa rende “buono” un integratore.

1) LE MATERIE PRIME:
non confondete il termine “chimico” con “artificiale” o “sintetico”. Hanno tutti e tre significati diversi. Affermare infatti che una sostanza contenuta in un integratore sia chimica, non deve per forza avere un’accezione negativa ed essere considerata NON naturale. Ogni reazione infatti, che avviene nel nostro organismo e che caratterizza il nostro metabolismo, è una reazione chimica; ciò non vuol dire che sia tossica o non assimilabile dal nostro corpo. E’ importante che un prodotto di questo tipo sia creato con sostanze di ottima qualità e naturali.

2) L’ASSIMILABILITA’: oltre alla qualità delle sostanze di partenza bisogna tener conto che spesso una sostanza esiste in diverse forme ed è auspicabile che negli integratori venga utilizzata quella più facilmente assimilabile dall’uomo. Un esempio potrebbe essere dato dalla vitamina E, la cui forma solitamente più utilizzata nei prodotti di questo tipo è quella più difficile da assorbire dal corpo umano, ma è anche la più economica.

3) LA SINERGIA: Una sostanza ottima, da sola, non basta. Il nostro metabolismo funziona come una vera e propria macchina e come in ogni macchina che si rispetti, le prestazioni dipendono dal giusto funzionamento di ogni sua parte. Per questo motivo è fondamentale che l’integratore sia ben bilanciato e proporzionato tra i suoi diversi componenti, in modo tale che il suo effetto sia ottimale.

Conclusione
Tenendo conto che esiste un’individualità metabolica secondo la quale ciascun metabolismo ha necessità diverse e queste possono essere soddisfatte nel miglior modo attraverso un’integrazione personalizzata, risulta comunque indispensabile fornire al nostro corpo, come punto di partenza, “le fondamenta” sulle quali costruire la nostra salute.
Queste fondamenta non sono altro che un integratore di base, ossia un multivitaminico, ben proporzionato e bilanciato da poter associare (associare e NON sostituire) ad una dieta altrettanto bilanciata.