Le Proteine di canapa in polvere sono un supplemento proteico utilizzabile sia da vegetariani che da onnivori, per aumentare l’introito proteico giornaliero.

Grazie alla loro elevata digeribilità, le proteine della canapa costituiscono una fonte superiore rispetto alle classiche proteine in polvere. Inoltre, le speciali proprietà della pianta si riflettono su un generale miglioramento del sistema immunitario e del fegato, oltre a una migliore resistenza alla fatica.

La canapa è la varietà di cannabis quasi totalmente, se non completamente, priva di THC: il famoso principio attivo responsabile degli effetti psicotropi derivanti da un suo consumo.

La canapa è, per tale ragione, la più indicata ad essere impiegata sia per scopi alimentari che per scopi medici.

I semi della canapa, a partire dai quali si ottengono le omonime proteine in polvere, sono composti per il 45% da olio, per il 35% da proteine e per il 10% da carboidrati.

Ci sono, oltre a tutto ciò, anche molti benefici nutrizionali, sostenuti da numerose pubblicazioni . Oltre al semplice contenuto proteico, le proteine in polvere della canapa spesso includono altri due componenti che favoriscono una buona salute.

Fibre

La canapa contiene sia fibre solubili che insolubili e la maggior parte dei suoi prodotti proteici contiene circa 10 grammi per porzione.

La fibra solubile nella proteina della canapa è una fonte di batteri intestinali utili che hanno dimostrato di aiutare a regolare lo zucchero nel sangue. La fibra insolubile aiuta il corpo a far transitare i rifiuti attraverso il tratto intestinale.

E’ anche riempitiva, rendendo le proteine della canapa una scelta eccellente per sostituire un pasto con uno shaker. A tal proposito, possono essere una scelta migliore delle proteine del siero di latte, che non contengono praticamente alcuna fibra.

Grassi buoni

Le proteine della canapa presentano generalmente tre grammi di grassi per porzione, derivanti da acidi grassi omega-3 e omega-6, che sono stati riconosciuti per sostenere la salute del cuore.

Gli omega-3 sono difficili da trovare in fonti non ittiche, e l’alto contenuto di acido stearidonico della canapa (un tipo di omega-3) le rende una buona alternativa per coloro che non mangiano pesce.

I semi della canapa contengono il bilancio ideale (3:1) di Omega 3 e Omega 6, molecole lipidiche che contribuiscono a migliorare il sistema cardiovascolare.

Più nello specifico, le proteine in polvere della canapa contengono acido linoleico (omega 3) che come è stato dimostrato da alcuni studi [1] , aiuta a prevenire cardiopatica coronarica.

Altra importante caratteristica, sempre per merito delle fibre, sono i ridotti livelli di colesterolo LDL e la migliore gestione dei grassi che tendono ad essere utilizzati per scopi energetici a breve termine che ad accumularsi.

Altri benefici

Secondo uno studio annuale pubblicato nel 2008 [2], le proteine dei semi di canapa possono avere effetti benefici contro la sensazione di fatica e migliorare il sistema immunitario.

In uno studio controllato, dei topi ai quali sono state somministrate delle proteine della canapa in polvere, hanno mostrato miglioramenti nella durata della loro capacità di nuoto e nella concentrazione di acido lattico nei muscoli (che diminuiva, consentendo uno sforzo prolungato).

Un altro studio, pubblicato nel 2011 in “Molecular Nutrition & Food Research” ha scoperto che una dieta affiancata dall’assunzione di proteine della canapa e di soia (nell’esperimento sono citate anche quest’ultime) è capace di migliorare le funzioni del fegato e di abbassare l’ipertrofia cardiaca.

I semi e l’ olio di semi di Canapa sono considerati, inoltre, un ottimo alleato nella riparazione del DNA:

-hanno il perfetto rapporto 3: 1 di acidi grassi ,Omega 6 e Omega 3, necessari per il corpo umano,

-dispongono di vitamina A, B1, B2, B3, B6, C, D ed E. ;

-contengono antiossidanti, proteine, carotene, fitosteroli, fosfolipidi, così come un certo numero di minerali tra cui calcio, magnesio, zolfo, potassio, ferro, zinco e fosforo.

Tutti questi nutrienti,se assunti giornalmente nella propria dieta alimentare, giocano un ruolo importantissimo nel mantenere il nostro organismo in salute e senza squilibri di alcun genere, ma quello che più di tutti può fare la differenza nella riparazione del DNA, è la proteina.

I semi di Canapa hanno un alto contenuto di proteine, di cui il 65% di Edestina e 35% Albumina.

Questo contenuto eccezionalmente alto di Edestina combinato con l’Albumina, rende immediatamente disponibili tutti gli amminoacidi presenti, in una proporzione perfetta per assicurare al nostro corpo i mattoni necessari alla costruzione delle immunoglobine, gli anticorpi, il cui compito è di respingere le infezioni prima che si presentino i sintomi di una malattia.

Come usare gli integratori proteici a base di canapa

Un individuo sedentario necessita circa di 0.8 g di proteine per Kg di peso corporeo al giorno. La percentuale è più elevata nel caso si pratichi un’attività fisica regolarmente, fino ad arrivare anche a 1,5-1,7 g/kg  giornalieri. Inoltre, per vegetariani e vegani, può risultare più difficile raggiungere il proprio fabbisogno proteico rispetto a chi segue una dieta onnivora.

Uno dei motivi principali è che le proteine vegetali sono meno digeribili rispetto a quelle animali.

La quantità da assumere, dipende dalle vostre personali esigenze ma le dosi consigliate sono di 1-2 misurini, da 25-30 g l’uno, al giorno.

Le proteine in polvere della canapa non presentano particolari limitazioni e sono utilizzabili come qualsiasi altro integratore proteico in commercio.

I modi per assumerle sono molteplici, a cominciare dai famosi shaker proteici fino ad arrivare a gustosi frullati e yogurt a base di canapa.

Ricordo che il giusto non incide molto, quasi tutte le proteine in polvere sono abbastanza neutre e ciò consente una certa manipolazione e versatilità d’uso.

Fonti

  1. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4153275/
  2. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18589601

 

“Nessun alimento vegetale può essere paragonato ai semi di canapa per quanto riguarda il valore nutritivo. Mezzo chilo di semi di canapa, fornisce tutte le proteine, gli acidi grassi essenziali e la fibra necessari alla vita umana per due settimane”. Dott. Uso Erasmus

Vedi anche la pagina CANAPA

L’ossidazione rappresenta la perdita di elettroni da parte di un elemento. Essa è quasi sempre accompagnata dall’acquisizione dei medesimi elettroni da parte di un altro elemento, che pertanto subisce una riduzione (processo noto col termine di ossidoriduzione).
L’ossidazione è un fenomeno estremamente importante nei processi energetici cellulari, quindi anche sotto il profilo sportivo.

Nell’ossidazione cellulare vengono rimossi elettroni degli atomi di idrogeno. Atomi di idrogeno provenienti dai substrati energetici (lipidi, protidi, glucidi). Tale processo avviene all’interno dei mitocondri, dove gli elettroni rimossi dall’idrogeno vengono trasferiti mediante dei trasportatori ad una serie di accettori
intermedi, sino a raggiungere l’accettore finale: l’ossigeno. Il trasferimmo di elettroni determina il rilascio di energia che servirà alla risintesi di ATP. Al termine anche l’idrogeno si lega con
l’ossigeno formando acqua.
Non a caso l’ossidazione cellulare si conclude con il legame di 2 atomi di idrogeno con uno di acqua. Intanto i trasportatori (NAD e FAD) che hanno ceduto i loro elettroni, rientrano ad operare per nuovi cicli di ossidazione.

Ossigeno
L’ossigeno è un gas fondamentale per la vita, alla temperatura
e pressione ambiente si trova nella forma molecolare composta da 2 atomi di ossigeno: O2. Grazie alla sua elettronegatività è fondamentale per l’uomo come ossidante dei substrati energetici.
L’ossigeno è infatti l’accettore finale di elettroni nella catena respiratoria cellulare, mediante la quale viene estratta energia per la risintesi di ATP.

In condizioni di assenza di ossigeno la stessa vita dell’individuo non sarebbe possibile.
Da un punto di vista delle prestazioni atletiche, un migliore trasporto dell’ossigeno, ed una migliore capacità nel suo impiego (VO2max) sono sinonimi di un individuo capace di prestazioni più elevate e per periodi più lunghi.

L’ossigeno è a tal punto determinante rispetto al risultato di una competizione sportiva che, anche alcuni metodi illeciti (doping) utilizzati nello sport, sono finalizzati proprio a migliorarne il trasporto (uso di eritropoietina, autoemotrasfusioni ecc.).
L’ossigeno è trasportato in circolo nell’organismo per mezzo degli eritrociti, legato ad una proteina globulare in essi contenuta: l’emoglobina.

I processi di ossidazione dei substrati energetici avvengono all’interno dei mitocondri e garantiscono il protrarsi delle attività motorie per periodi di tempo relativamente lunghi.

L’attività sportiva in situazioni di carenza di ossigeno, o con richieste energetiche maggiori a quelle ottenibili mediante il sistema aerobico, pongono l’organismo in una condizione di acidosi che non consente il protrarsi dell’attività sportiva.

L’arginina sta assumendo notevole importanza come precursore dell’ossido nitrico per le tante funzioni che quest’ultimo esplica nell’attività cellulare, nella trasduzione dei segnali biologici e nella difesa immunitaria.

La L-Arginina e un importante amminoacido che, se assunto ad alte dosi favorisce la produzione dell’ormone della crescita (GH).

Le sue funzioni sono analoghe a quelle di questo importante ormone (favorisce il mantenimento del trofismo muscolare, accelera la guarigione dalle ferite, favorisce l’utilizzo di grassi a scopo energetico, migliora l’attività cerebrale e le difese immunitarie, partecipa alla sintesi del collagene).

E’ pertanto indicata nella cura dell’obesità, nella terapia dell’HIV e come integratore per l’aumento della massa muscolare.

L’arginina è un aminoacido essenziale per i bambini in fase di crescita ma non per gli adulti (dato che può essere sintetizzata dall’organismo, soprattutto a livello renale ed epatico).

Nell’adulto l’arginina rientra comunque nella categoria degli “aminoacidi condizionatamente essenziali” (insieme a glicina, glutamina, prolina e taurina) perché ricopre un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’omeostasi e delle funzioni dell’organismo.
In alcune condizioni patologiche l’arginina può essere sintetizzata ad una velocità insufficiente per far fronte ai reali bisogni e proprio a questa sua caratteristica deve l’appellativo di “amminoacido condizionatamente essenziale”.

Le funzioni dell’arginina sono molteplici: è un precursore della creatina e ne aumenta la velocità di sintesi; tuttavia non si sa ancora se tale proprietà sia in grado di influenzare positivamente la performance atletica.

L’arginina interviene inoltre nella sintesi di altri amminoacidi e in quella del glucosio, agendo in tal senso come aminoacido gluconeogenetico (l’arginina può cioè essere catabolizzata per produrre energia quando le scorte di glucosio scarseggiano).

E’ un prodotto intermedio del ciclo dell’urea e come tale contribuisce a detossificare l’organismo.

Durante un esercizio fisico l’ammoniaca prodotta deriva principalmente dalla deaminazione dell’AMP (adenosinmonofosfato) nelle cellule muscolari. Dato che l’accumulo di ammoniaca è uno dei fattori che determinano la fatica, il potere detossificante dell’arginina potrebbe essere molto utile anche negli sport di durata (ciclismo, corsa, sci di fondo ecc.).

In uno studio l’infusione endovenosa di arginina ha aumentato significativamente la concentrazione sierica di ormone della crescita e prolattina; per ottenere lo stesso risultato con la somministrazione per via orale i dosaggi di arginina dovrebbero essere elevatissimi, nell’ordine dei 250 mg/kg/die. Per favorire tale azione viene spesso consigliato di assumere integratori a base di arginina poco prima di coricarsi per il riposo notturno. Molti degli studi che hanno confermato tali proprietà anche a dosaggi inferiori sono stati condotti su gruppi di soggetti anziani, defedati ed in regime di ricovero, con problemi relativi ad una scarsa alimentazione o difficoltoso assorbimento di nutrienti. Tali risultati non sarebbero pertanto applicabili a soggetti giovani ed in buona salute con un alimentazione varia ed equilibrata.

Deficit di arginina potrebbero invece essere presenti nelle persone che seguono una dieta strettamente vegetariana (dieta vegana), in condizioni di stress psicofisico severo, malattie o traumi.

L’arginina è utilizzata come agente immunostimulante nelle condizioni in cui l’organismo è debilitato (ustioni, traumi e patologie varie)

L’arginina interviene nella sintesi di ossido nitrico, una sostanza che induce vasodilatazione diminuendo la pressione arteriosa ed aumentando l’apporto di sangue ai tessuti, genitali compresi. Tale effetto contribuisce in linea teorica all’aumento del desiderio e delle prestazioni sessuali (Disfunzione erettile).

Per queste sue proprietà vasodilatatorie l’arginina potrebbe essere utile anche nella cura delle patologie cardiovascolari (ipertensione, arteriosclerosi, angina ed ipercolesterolemia). Tali ipotesi, per lo più derivanti da ricerche condotte su animali da esperimento, sono ancora in attesa di conferma.

Arginina negli alimenti
Normalmente una persona assume dai 3,5 ai 5 grammi di arginina al giorno soprattutto attraverso carne, frutta secca e alimenti vegetali ricchi di proteine (legumi).

ALIMENTO mg/100g
Arachidi tostate 3736, Nocciole 2824, Fave secche, ceci, lenticchie secche, soia 2000-2200, Carne 1500-2000, Mandorle 1587 Pesce 900-1200, Uovo intero 790, albume 576, tuorlo 1131, Formaggi 540, Cereali e derivati (pasta, pane, riso ecc.) 400-500.

L’utilizzo di arginina è controindicato alle persone soggette a frequenti manifestazioni da herpes virus, dato che tale amminoacido sembra favorire gli episodi di riattivazione del ceppo virale. L’amminoacido lisina, dall’altra parte, parrebbe avere effetti contrari, migliorando il controllo dell’herpes sia labiale che genitale.

Elevate dosi di arginina (oltre i 30 grammi al giorno) hanno provocato anche cefalea, ipotensione e nefrotossicità. Più gravi le reazioni per via parenterale. Per dosi inferiori gli effetti collaterali più comuni si riferiscono ad episodi di diarrea, crampi addominali e nausea.

La glutammina è l’amminoacido più presente nel corpo umano: oltre che nei muscoli, si trova in quantità discrete anche nel sistema nervoso, nell’intestino, nel fegato, nel cuore e viene utilizzata da tutte le cellule, in particolare da quelle deputate alle difese immunitarie per produrre energia.

La Glutammina, Aminoacido definito “Condizionatamente Essenziale” è l’Aminoacido in forma libera più abbondante presente nel tessuto muscolare. Svolge un ruolo vitale nel metabolismo delle proteine, nella costruzione e nel recupero del tessuto muscolare, nelle funzioni cerebrali. Inoltre è la fonte energetica primaria per le cellule intestinali ed è essenziale per l’ottimizzazione delle funzioni immunitarie…Studi scientifici recenti hanno indicato che la Glutammina può minimizzare o impedire il catabolismo (distruzione) muscolare nei soggetti che soffrono di disordini metabolici.

Uno studio ha evidenziato che i soggetti che assumevano un supplemento di Glutammina presentavano un aumentato processo lipolitico (una maggior mobilizzazione del grasso) rispetto a coloro che assumevano placebo. Durante l’esercizio fisico l’esigenza di Glutammina sembra aumentare.

Studi recenti hanno indicato che lo sforzo fisico ha un effetto negativo sulle riserve di Glutammina del corpo. Un altro studio su atleti in buona salute impegnati in allenamento anaerobico intenso ha mostrato un calo del 45% di Glutammina nel plasma confrontata ai loro livelli di pre-training.

Nell’attività aerobica intensa invece, il livello di Glutammina nel plasma è sceso del 50%. E’ stato provato che consumare piccole dosi (circa 2 gr.) di L-Glutammina in forma libera può indurre un aumento del 400% del livello dell’ormone della crescita (GH).

La glutammina interviene:

– nella detossificazione da ammoniaca: la glutammina è un vero e proprio trasportatore di gruppi amminici, non tossico, che può attraversare le membrane cellulari; La glutammina entra nel circolo sanguigno e raggiunge il fegato. All’interno dei mitocondri epatici la glutammina libera il suo gruppo amminico che viene convertito in NH4+ o ione ammonio. Lo ione ammonio è tossico per le cellule del corpo ed in particolare per il cervello. Nel fegato l’NH4 + viene incorporato nella molecola atossica dell’urea. L’urea prodotta dal fegato viene trasportata attraverso il sangue ai reni per l’escrezione urinaria;

– nell’attività immunitaria, dove ha un ruolo di supporto energetico nelle cellule in rapida moltiplicazione come linfociti e macrofagi. Se da un lato l’esercizio moderato aumenta la resistenza ad infezioni di vario tipo quello esaustivo, specie se abbinato a regimi alimentari ipocalorici, aumenta la sensibilità ad infezioni virali e batteriche;

– nell’attività cerebrale, dove svolge un’attività stimolante. La glutammina è in grado di penetrare la barriera emato-encefalica ed entrare nel cervello dove viene convertita in glutammato, il più importante e diffuso neurotrasmettitore eccitatorio del sistema nervoso centrale. La glutammina è altresì precorritrice del GABA, un neurotrasmettitore che ha effetti inibitori sulla trasmissione nervosa.

– nell’aumento di volume delle cellule muscolari favorendo l’ingresso nelle cellule di acqua, aminoacidi ed altre sostanze. Tale attività, secondo alcuni ricercatori, stimolerebbe la sintesi proteica favorendo l’aumento di massa muscolare;

– nella sindrome da sovrallenamento, esiste infatti una relazione tra il calo permanente dei livelli plasmatici di gultammina e la comparsa dei sintomi del sovrallenamento (stanchezza cronica, calo di peso, perdita di appetito, comparsa di infezioni di lieve entità, nausea, depressione, apatia, aumento della frequenza cardiaca a riposo e diminuzione della frequenza cardiaca di allenamento) .Secondo alcuni ricercatori la somministrazione di gultammina ed aminoacidi ramificati sarebbe quindi utile nei periodi di allenamento intenso per ridurre i rischi di sovrallenamento;

– nel recupero dopo uno sforzo: alcuni studi dimostrano un ruolo della glutamimina nel favorire l’aumento delle scorte di glicogeno muscolare durante il recupero, probabilmente a causa dell’aumentato ingresso di acqua all’interno delle cellule (ricordiamo a tal proposito che l’acqua è essenziale nella glicogenosintesi in quanto per ogni grammo di glicogeno prodotto si legano ad esso circa 2.7 g di acqua);

– nello stimolo di secrezione dell’ormone della crescita, se assunta in condizione di bassi livelli di glicemia la glutammina sembra, secondo alcuni studi, stimolare la secrezione del GH. Per ottimizzare questa azione la glutammina andrebbe assunta prima di coricarsi;

– nell’azione disintossicante e nella regolazione del pH ematico e urinario (cede ammoniaca a livello renale, la quale si carica di un idrogenione H+ trasformandosi in ione ammonio NH4+, che viene poi eliminato con le urine). nell’azione antiossidante: interviene nella formazione del glutatione, un potente antiossidante esogeno costituito da glicina, cisteina e acido glutammico. Quest’ultimo può essere ricavato dalla glutammina per cessione dello ione ammonio.

Le proteine aiutano con la crescita e la riparazione dei tessuti, compresa la pelle, le ossa, gli occhi e, soprattutto, i muscoli. Aiutano anche a sostenere un sistema immunitario sano.

Per comprendere quanto le proteine siano fondamentali per il nostro organismo, basti pensare che la perdita di massa muscolare dovuta per esempio alla sarcopenia (perdita della massa magra a causa di inattività, sovrapproduzione di radicali liberi, anzianità) inizia a comparire intorno alla quarta decade di vita (interessando quindi una gran parte della popolazione italiana e circa la metà degli abituali frequentatori della Palestre) portando ad una perdita di massa magra del 3-5% entro i 50 anni; successivamente del 1-2% ogni anno.

In molti soggetti il patrimonio muscolare viene dimezzato entro i 75 anni di età. Per non parlare della…. perdita di forza:-40% passando da 30 a 80 anni; perdita di potenza (velocità esecutiva di un gesto): – 50% a 70 anni rispetto ai 20 anni.

Risultato: attività funzionali compromesse dalla perdita di forza/massa muscolare, riduzione dispendio energetico a riposo, riduzione della sensibilità dei tessuti all’insulina, aumento del grasso sottocutaneo/viscerale, riduzione della densità ossea (per ridotti stimoli meccanici sull’osso), osteoporosi.

Appare chiaro quindi quanto siano importanti l’introduzione di una buona quota proteica giornaliera, privilegiando proteine complete, e una attività fisica costante e regolare per rallentare questo deleterio processo fisiologico.